Si tratta della proposta, comprendente un regolamento e una direttiva, con cui si vogliono stabilire i requisiti minimi di armonizzazione, che tutte le obbligazioni garantite (covered bonds) in Europa dovranno rispettare, allo scopo di rafforzarne l'uso, come fonte di finanziamento stabile e conveniente, sotto il profilo dei costi per le banche, specialmente laddove i mercati sono meno sviluppati, offrendo quindi anche agli investitori una gamma di opportunità di investimento più ampia e considerata più sicura.
Tuttavia, ritengo sempre piuttosto problematico, accelerare verso qualsiasi armonizzazione a livello UE, soprattutto in un settore che ha finora funzionato bene a livello nazionale. Inoltre, questi strumenti sono ancora allineati a livello locale, alle procedure di insolvenza e, nel caso, a quelle sui mutui ipotecari e la legge sulla proprietà, che variano da Paese a Paese.
È per questo, che mi sono astenuto su entrambe le relazioni, come scelta più equilibrata, considerando anche che si tratta di misure anche potenzialmente utili, ma intese in ogni caso a rafforzare l'Unione dei mercati dei capitali, emblema di una sempre più massiccia finanziarizzazione dell'economia, con scarsi benefici sull'economia reale e le PMI.