Proposta di risoluzione - B9-0035/2020Proposta di risoluzione
B9-0035/2020

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla 15a riunione della conferenza delle parti della convenzione sulla diversità biologica (COP15)

9.1.2020 - (2019/2824(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento

Pascal Canfin
Chair of the Committee on the Environment, Public Health and Food Safety
Agnès Evren
a nome del gruppo PPE
César Luena
a nome del gruppo S&D
María Soraya Rodríguez Ramos
a nome del gruppo Renew
Ville Niinistö
a nome del gruppo Verts/ALE
Alexandr Vondra
a nome del gruppo ECR
Silvia Modig
a nome del gruppo GUE/NGL


Procedura : 2019/2824(RSP)
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B9-0035/2020
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B9-0035/2020
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B9-0035/2020

Risoluzione del Parlamento europeo sulla 15a riunione della conferenza delle parti della convenzione sulla diversità biologica (COP15)

(2019/2824(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste la revisione intermedia della strategia dell'UE in materia di biodiversità e la sua risoluzione del 2 febbraio 2016 sulla revisione intermedia della strategia dell'UE sulla biodiversità[1],

 vista la sua risoluzione del 15 novembre 2017 su un piano d'azione per la natura, i cittadini e l'economia[2],

 vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2018 sulla 14a riunione della conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica (COP14)[3],

 vista la relazione della Commissione del 20 maggio 2015 dal titolo "Lo stato della natura nell'Unione europea - Relazione sullo stato e sulle tendenze dei tipi di habitat e delle specie contemplati dalla direttiva Uccelli e dalla direttiva Habitat per il periodo 2007-2012, come richiesto a norma dell'articolo 17 della direttiva Habitat e dell'articolo 12 della direttiva Uccelli" (COM(2015)0219),

 vista la direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino[4] (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino),

 vista la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque[5] (direttiva quadro sulle acque),

 vista la relazione di valutazione globale dell'IPBES del 31 maggio 2019 sulla biodiversità e i servizi ecosistemici,

 vista la lista rossa delle specie minacciate dell'Unione internazionale per la conservazione della natura,

 vista la Carta di Metz sulla biodiversità del 6 maggio 2019,

 visti l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, nonché il documento di riflessione della Commissione del 30 gennaio 2019 dal titolo "Verso un'Europa sostenibile entro il 2030" (COM(2019)0022),

 viste la relazione speciale del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) in materia di cambiamenti climatici, desertificazione, degrado del suolo, gestione sostenibile del suolo, sicurezza alimentare e flussi dei gas serra negli ecosistemi terrestri, e la sua relazione speciale del 25 settembre 2019 in materia di oceani e criosfera nell'era dei cambiamenti climatici, nonché la relazione speciale dell'IPCC dal titolo "Global Warming of 1.5 °C" (riscaldamento globale di 1,5ºC), la sua quinta relazione di valutazione (AR5) e la relativa relazione di sintesi del settembre 2018,

 viste la comunicazione della Commissione del 23 luglio 2019 dal titolo "Intensificare l'azione dell'UE per proteggere e ripristinare le foreste del pianeta" (COM(2019)0352) e la comunicazione della Commissione del 20 settembre 2013 dal titolo "Una nuova strategia forestale dell'Unione europea: per le foreste e il settore forestale" (COM(2013)0659),

 vista la relazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura del 2019 intitolata "Lo stato della biodiversità mondiale per l'alimentazione e l'agricoltura",

 vista la dichiarazione resa dall'Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani il 15 ottobre 2019 in sede di Terzo comitato dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York,

 visto l'appello di Pechino sulla conservazione della biodiversità e sui cambiamenti climatici del 6 novembre 2019,

 vista la proposta di risoluzione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare,

 visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

 viste le interrogazioni alla Commissione e al Consiglio riguardanti la COP15 della Convenzione sulla diversità biologica, che si terrà a Kunming, Cina, nel 2020 (O-000044/2019 – e O-000043/2019),

A. considerando che, secondo la definizione della sua missione, il piano strategico per la biodiversità 2011-2020 è inteso a intervenire efficacemente e urgentemente per arrestare la perdita di biodiversità, in modo da far sì che entro il 2020 gli ecosistemi siano resilienti e continuino a fornire servizi essenziali, garantendo e conservando così la varietà di forme di vita del pianeta e contribuendo al benessere dell'umanità e all'eliminazione della povertà;

B. considerando che la visione per la biodiversità per il 2050 (in appresso "visione per il 2050"), adottata nel quadro della Convenzione sulla diversità biologica (CBD), consiste nel vivere in armonia con la natura e nel far sì che, entro il 2050, la biodiversità sia valorizzata, conservata, ripristinata e usata con saggezza, mantenendo i servizi ecosistemici, sostenendo un pianeta sano e conseguendo vantaggi essenziali per tutte le persone e per le generazioni future;

C. considerando che la visione per il 2050 adottata nel quadro della CBD è sostenuta da cinque finalità generali che inquadrano altresì gli obiettivi di Aichi in materia di biodiversità: a) affrontare le cause profonde della perdita di biodiversità integrando la biodiversità nell'attività di governo e nella società; b) ridurre le pressioni dirette sulla biodiversità e promuovere l'uso sostenibile; c) migliorare la situazione della biodiversità salvaguardando gli ecosistemi, le specie e la diversità genetica; d) aumentare per tutti i benefici derivanti dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici; e) migliorare l'attuazione attraverso la pianificazione partecipativa, la gestione delle conoscenze e la costruzione di capacità;

D. considerando che, come sottolineato nella valutazione globale dell'IPBES sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, le attuali tendenze negative in termini di biodiversità e di ecosistemi ostacoleranno i progressi verso l'80 % dei traguardi valutati degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) in materia di povertà, fame, salute, acqua, città, clima, oceani e terra; che, secondo le previsioni, le popolazioni indigene e molte delle comunità più povere del mondo saranno colpite per prime e più duramente; che, pertanto, la perdita e il degrado della biodiversità devono essere considerati non solo come problemi ambientali, ma anche di sviluppo nonché di natura economica, sociale e morale;

E. considerando che, secondo l'IPCC e la piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici, non esistono soluzioni durature per affrontare i cambiamenti climatici senza una maggiore attuazione di soluzioni coerenti ed efficaci basate sulla natura;

F. considerando che il protocollo di Nagoya sull'accesso alle risorse genetiche e la giusta ed equa ripartizione dei benefici (ABS) fornisce un quadro giuridico trasparente per la ripartizione giusta ed equa dei benefici derivanti dall'utilizzo delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali ad esse associate;

G. considerando che la strategia dell'UE in materia di biodiversità per il 2020 mira ad arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell'UE e a contribuire a bloccare la perdita di biodiversità a livello mondiale entro il 2020;

H. considerando che l'UE e gli Stati membri hanno adottato l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi diciassette OSS e sono pienamente impegnati nella loro attuazione;

I. considerando che l'ambizione sancita dalla Commissione 2019-2024 nei suoi orientamenti politici è che l'UE collabori con i suoi partner globali per limitare la perdita di biodiversità entro i prossimi cinque anni;

J. considerando che le foreste sono indispensabili per il sostentamento mondiale e che, pur coprendo soltanto il 30 % della superficie terrestre, ospitano l'80 % della biodiversità del pianeta;

Osservazioni generali

1. osserva con preoccupazione che la relazione di valutazione globale dell'IPBES sulla biodiversità e i servizi ecosistemici evidenzia chiaramente l'entità della crisi ecologica e la necessità di compiere urgentemente sforzi concertati che promuovano cambiamenti profondi, dal momento che la natura è in declino su scala mondiale a un ritmo senza precedenti nella storia dell'umanità, il tasso di estinzione delle specie sta accelerando e quasi un milione di specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione, con gravi ripercussioni sulle popolazioni di tutto il mondo che incideranno sulla vita delle nostre future generazioni;

2. esprime profonda preoccupazione per le ulteriori pressioni esercitate dai cambiamenti climatici sulla biodiversità terrestre, come indicato nella relazione speciale dell'IPCC dell'8 agosto 2019; esprime altresì profonda preoccupazione, alla luce della relazione speciale dell'IPCC del 24 settembre 2019, circa il declino dei mammiferi marini e di altri stock ittici nonché la drammatica scomparsa delle barriere coralline, oltre il 99 % delle quali dovrebbe ridursi nell'ipotesi di un riscaldamento di 2°C, secondo la relazione speciale dell'IPCC sul riscaldamento globale di 1,5°C;

3. esprime profonda preoccupazione in seguito alla pubblicazione della relazione dell'IPCC in materia di oceani e criosfera nell'era dei cambiamenti climatici, che riconosce nei cambiamenti climatici uno dei principali fattori diretti della perdita di biodiversità e sottolinea che nei prossimi decenni si prevede un significativo aggravamento degli impatti negativi dei cambiamenti climatici sulla natura e sulla biodiversità, sui servizi ecosistemici, sugli oceani e sulla sicurezza alimentare; sottolinea inoltre che, come avverte l'IPCC, la salute degli ecosistemi oceanici e marini risente attualmente del riscaldamento globale, dell'inquinamento, dello sfruttamento eccessivo della biodiversità marina, dell'aumento dei livelli del mare, dell'acidificazione, della desossigenazione, delle ondate marine di calore, dello scioglimento senza precedenti dei ghiacciai e della banchisa, dell'erosione costiera e di catastrofi naturali più frequenti, che danneggiano gli ecosistemi marini e costieri alterandone il funzionamento e accelerando il declino dei mammiferi marini e delle risorse alieutiche, nonché la drammatica scomparsa di barriere coralline e mangrovie; ricorda che gli oceani fanno parte della soluzione per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per adattarsi a essi; invita pertanto l'UE a porre gli oceani tra le priorità della sua strategia sulla biodiversità e invita tutte le parti della CBD (in appresso "le parti") a riconoscere gli oceani come un bene comune dell'umanità, al fine di sviluppare un nuovo approccio che ponga le responsabilità individuali e collettive ben al di sopra dei principi tradizionali della libertà e proprietà degli oceani per garantirne la conservazione;

4. ritiene che ci troviamo di fronte a un'emergenza ambientale, che richiede azioni significative in Europa e nel mondo; invita la Commissione a garantire che la protezione e il ripristino della natura siano una massima priorità del Green Deal europeo, insieme ai cambiamenti climatici;

5. esprime preoccupazione per il fatto che con le attuali tendenze di perdita di biodiversità gli obiettivi di Aichi in materia di biodiversità per il 2020 non saranno raggiunti, e invita nuovamente tutte le parti a intensificare con urgenza gli sforzi; si rammarica del fatto che l'UE non sia sulla buona strada per conseguire l'obiettivo principale di arrestare la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi entro il 2020; esorta la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi a compiere sforzi obbligatori immediati, sostanziali e supplementari per la conservazione e il ripristino della biodiversità in modo da conseguire gli obiettivi mondiali e dell'UE e da contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Aichi;

6. ricorda che la biodiversità e gli ecosistemi sani, compresi gli oceani, che assorbono oltre il 25 % delle emissioni di CO2 e sono la principale fonte di ossigeno, sono fondamentali per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi e per rafforzare le capacità di resilienza e adattamento dell'UE di fronte dei cambiamenti climatici; osserva con rammarico che solo il 7 % degli oceani è formalmente protetto; ricorda l'importanza di sviluppare e attuare soluzioni basate sulla natura per preservare la biodiversità, mitigando e adattandosi al tempo stesso ai cambiamenti climatici, e in particolare per l'assorbimento del carbonio; chiede pertanto un miglioramento della coerenza e delle sinergie fra le tre convenzioni di Rio[6], nonché un loro migliore allineamento con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; invita la Commissione a garantire la pinea integrazione della biodiversità nelle sue politiche in materia di clima;

7. plaude all'appello di Pechino sulla conservazione della biodiversità e sui cambiamenti climatici del 6 novembre 2019;

8. sottolinea che esistono compromessi tra la protezione del clima e la tutela della biodiversità nel settore della bioeconomia, che svolge un ruolo centrale nella transizione verso un'economia climaticamente neutra; esprime preoccupazione per il fatto che tali compromessi non siano stato sufficientemente affrontati nelle recenti discussioni politiche; invita tutti i soggetti interessati a sviluppare un approccio coeso per conciliare la protezione della biodiversità e la protezione del clima nel contesto di una bioeconomia fiorente;

9. sottolinea che la biodiversità non solo è indispensabile per la produzione alimentare, di carburante e medicinali, ma è anche importante, insieme a un ambiente naturale sano, per lo sviluppo economico a lungo termine;

10. accoglie con favore gli impegni assunti da Ursula von der Leyen negli orientamenti politici della Commissione 2019-2024 e nella lettera di incarico del 10 settembre 2019 indirizzata al commissario per l'Ambiente e gli oceani, al fine di presentare, entro i primi 100 giorni del mandato della nuova Commissione, una strategia ambiziosa in materia di biodiversità per il 2030 quale parte del Green Deal europeo, nonché la sua intenzione che l'UE assuma un ruolo di leader mondiale in occasione della conferenza delle parti della CBD del 2020, come ha fatto alla conferenza di Parigi sul clima del 2015; insiste affinché la nuova Commissione consideri tale questione altamente prioritaria e l'UE incoraggi, in vista della COP15, l'ambizione globale in materia di biodiversità; invita la Commissione, alla luce della crisi globale della biodiversità evidenziata dalla recente relazione dell'IPBES, ad adottare un nuovo approccio, abbandonando gli impegni volontari e proponendo una strategia ambiziosa e inclusiva sulla biodiversità per il 2030 che stabilisca obiettivi giuridicamente vincolanti per l'UE e i suoi Stati membri, tra cui obiettivi specifici per la conservazione e la protezione delle zone naturali e il ripristino degli ecosistemi danneggiati entro il 2030;

11. ritiene che in questa nuova strategia si debba prestare particolare attenzione al ripristino degli ecosistemi, degli habitat e delle specie, in particolare attraverso la ricerca e l'innovazione volte a promuovere lo sviluppo di modelli economici basati sulla natura in tutti i settori, i quali rivestono un'importanza fondamentale per il conseguimento degli obiettivi in materia di biodiversità;

12. sottolinea che la protezione e la conservazione della biodiversità a livello mondiale costituiscono una sfida fondamentale e una questione di interesse strategico per l'Unione, cui dovrebbe essere data la massima attenzione politica; chiede alla Commissione e agli Stati membri di collaborare attivamente con i paesi terzi, in particolare attraverso i loro strumenti esterni, quali lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI), al fine di promuovere le misure di protezione, conservazione e ripristino della biodiversità e la governance, in particolare nel quadro di tutti gli accordi multilaterali e commerciali e delle misure contro le inadempienze, e di fissare gli obiettivi pertinenti; invita pertanto la Commissione a includere capitoli vincolanti e applicabili in materia di commercio e sviluppo sostenibile in tutti i futuri accordi commerciali;

13. rammenta la sua posizione secondo cui il 45 % dei fondi NDICI dovrebbero essere destinati agli investimenti che contribuiscono al conseguimento degli obiettivi climatici, alla gestione e alla protezione dell'ambiente, alla biodiversità e alla lotta alla desertificazione;

14. sottolinea la necessità di un approccio di governance globale multilivello per la protezione, la conservazione, il ripristino e l'uso sostenibile della biodiversità e dei servizi ecosistemici; invita l'UE e gli Stati membri a mantenere il proprio fermo impegno per l'ulteriore rafforzamento della CBD e ad assumere un ruolo guida nella preparazione del quadro post-2020, in particolare in vista della COP15, a impegnarsi per un equivalente in materia di biodiversità dell'obiettivo di 1,5°C dell'accordo di Parigi sul clima nonché a definire in modo trasparente le loro visioni e le loro priorità per il quadro globale post-2020 in materia di biodiversità;

15. ricorda che la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi è intrinsecamente sinergica e fondamentale per il raggiungimento degli OSS; invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare un'integrazione efficace dell'ambiente naturale e della biodiversità con gli obiettivi relativi alla biodiversità in tutti i settori, a modificare il modello economico verso una maggiore sostenibilità facendo fronte all'impronta dell'UE, nonché a garantire una maggiore coerenza in materia di politiche ambientali in tutte le politiche interne ed esterne dell'UE, comprese l'agricoltura, la pesca, le energie rinnovabili, i trasporti, il commercio e il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, e sottolinea la necessità di tali azioni; ritiene che sia necessaria una maggiore collaborazione in tutti i settori al fine di integrare meglio la protezione, la conservazione e il ripristino della biodiversità; sottolinea la necessità di prestare particolare attenzione al ciclo di vita dei beni, dalla concezione al consumo, al fine di proteggere le risorse naturali e la biodiversità, e di tenere conto degli impatti cumulativi, anche per quanto riguarda il trasporto;

16. ritiene fondamentale affrontare le cause principali della perdita di biodiversità con un approccio strategico a lungo termine e identificare e salvaguardare urgentemente i punti più critici e strategici in termini di biodiversità e di servizi ecosistemici e gli ecosistemi ad alto livello di integrità in funzione della sensibilità di ciascuna zona, della presenza di specie a rischio di estinzione o di lacune in termini di conoscenze e/o gestione efficace e della presenza di specie comuni fondamentali per i processi ecologici, nonché limitare le perdite di biodiversità e gli effetti negativi sui territori e sui mezzi di sussistenza delle comunità autoctone e locali;

17. ribadisce che, nonostante l'importanza del ripristino, questo aspetto rimane praticamente ignorato dagli Stati membri nel quadro della sfida di Bonn;

18. sottolinea che l'emergenza climatica e le conseguenze di una massiccia perdita di biodiversità costituiscono una grave minaccia ai diritti umani; ricorda che, senza un ambiente sano, sono a rischio i diritti umani fondamentali alla vita, alla salute, al cibo e all'acqua potabile; invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) ad adoperarsi per una strategia dell'UE che protegga il diritto a un ambiente sano, collaborando strettamente con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali, come l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che ha recentemente avviato una strategia comune con il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP);

Attuazione della Convenzione sulla diversità biologica e del piano strategico per la biodiversità 2011-2020

19. accoglie con favore la decisione adottata in occasione della COP14 in Egitto che esorta le parti, tra l'altro, ad accelerare in modo significativo gli sforzi tesi ad attuare il piano strategico per la biodiversità 2011-2020 e a prendere in considerazione l'effettuazione di valutazioni nazionali della biodiversità nonché delle funzioni e dei servizi ecosistemici; ritiene della massima importanza intensificare gli sforzi di attuazione del piano strategico per la biodiversità 2011-2020, concentrarsi sul conseguimento degli obiettivi di Aichi in materia di biodiversità e sul protocollo di Nagoya sull'accesso alle risorse genetiche e la giusta ed equa ripartizione dei benefici (ABS) nonché lavorare a un piano strategico ambizioso post-2020 e a un meccanismo di attuazione che includa formalmente le autorità locali e regionali, come pure, per quanto riguarda lo scenario per il 2050, tener conto delle nuove sfide nel settore della biodiversità, in linea con l'Agenda 2030 degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

20. osserva con preoccupazione che, secondo le valutazioni[7] dello stato di conservazione delle specie e dei tipi di habitat di interesse per la conservazione, nell'UE solo il 7 % delle specie marine e il 9 % dei tipi di habitat marino presentano uno "stato di conservazione soddisfacente" e che il 27 % delle valutazioni delle specie e il 66 % delle valutazioni dei tipi di habitat indicano uno "stato di conservazione sfavorevole"; sottolinea inoltre che, secondo le stesse valutazioni, il 48 % delle specie animali e vegetali marine di cui è nota l'evoluzione demografica è calato costantemente nell'ultimo decennio, determinando un aumento del rischio di estinzione delle specie monitorate;

Quadro globale post-2020 in materia di biodiversità

21. accoglie con favore i progressi compiuti in occasione della COP14 relativamente a un processo globale e partecipativo per lo sviluppo di un quadro globale post-2020 in materia di biodiversità; appoggia la Carta di Metz sulla biodiversità adottata dal G7;

22. sottolinea la necessità di rafforzare le ambizioni e l'inclusività e di migliorare il funzionamento del quadro globale post-2020 in materia di biodiversità; invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare i meccanismi di attuazione della CBD, a perseguire attivamente l'elaborazione di obiettivi ambiziosi e giuridicamente vincolanti, calendari dettagliati, chiari indicatori di prestazione, strumenti di monitoraggio e meccanismi di revisione inter pares o di segnalazione sulla base di norme comuni – idealmente in collaborazione con le amministrazioni subnazionali –, al fine di garantire una completa trasparenza e la responsabilità delle parti, nonché l'efficacia complessiva del prossimo piano strategico globale per la biodiversità;

23. sottolinea che è necessario un quadro internazionale sotto forma di un accordo globale giuridicamente vincolante per salvaguardare la biodiversità mondiale, interrompere il suo attuale declino e ripristinarla sotto tutti gli aspetti; ritiene che tale quadro debba essere fondato su obiettivi specifici, misurabili, quantificabili, ambiziosi, realistici, settoriali e con scadenze ben precise nonché su impegni risoluti, comprendenti una strategia nazionale e piani d'azione rafforzati a favore della diversità biologica e altri strumenti adeguati, quali piani d'azione subnazionali, impegni finanziari e migliori garanzie per lo sviluppo di capacità, oltre a un meccanismo quinquennale di monitoraggio e riesame, e che debba essere posto l'accento su un percorso sempre più ambizioso; sottolinea la necessità di relazioni periodiche delle parti, nonché di procedere a una raccolta e a un trattamento armonizzati di dati e indicatori comparabili e coerenti per un buon processo di monitoraggio;

24. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la definizione di un nuovo obiettivo globale che preveda l'inversione, entro 2030, della curva di perdita di biodiversità a livello mondiale, permettendo alla natura di avviare una rigenerazione a beneficio di tutti e in modo tale da contribuire alla protezione della biodiversità, alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento agli stessi, alla lotta alla desertificazione e al degrado del suolo, nonché per contribuire alla sicurezza alimentare; invita l'UE a insistere, nel quadro dei negoziati, per un aumento del livello di ambizione e, possibilmente, a sollecitare la protezione di metà del pianeta entro il 2050; è del parere che un chiaro obiettivo globale di conservazione per il 2030 pari ad almeno il 30 % delle aree naturali e l'obiettivo di ripristinare almeno il 30 % degli ecosistemi danneggiati che possono essere ripristinati dovrebbero essere sanciti nel quadro post-2020 e che l'UE dovrebbe fissare internamente obiettivi analoghi;

25. sottolinea che gli sforzi e gli accordi a livello internazionale si realizzeranno solo con la partecipazione attiva di tutti i soggetti interessati; invita alla creazione di una coalizione di soggetti interessati, provenienti sia dal settore pubblico che da quello privato, per la realizzazione del quadro globale post-2020 in materia di biodiversità; pone l'accento sull'utilità dell'"Agenda delle soluzioni" elaborata nell'ambito dell'accordo di Parigi per sviluppare un'agenda positiva per tutti i soggetti interessati pertinenti nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e invita a includere azioni analoghe nel quadro post-2020;

26. sottolinea l'importanza di ridurre al minimo i ritardi che potrebbero insorgere tra l'adozione del quadro globale post-2020 in materia di biodiversità e la sua trasposizione negli obiettivi nazionali in materia di biodiversità e nei piani d'azione subnazionali, al fine di evitare ritardi nell'adozione di azioni concrete volte ad arrestare la perdita di biodiversità;

Strategia dell'UE in materia di biodiversità per il 2030

27. esorta la Commissione a elaborare una strategia che affronti le principali cause della perdita di biodiversità, sia all'interno dell'Unione che a livello mondiale;

28. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la coerenza dell'iniziativa "dal produttore al consumatore" e dell'obiettivo "inquinamento zero" con la politica agricola comune post-2020, segnatamente nell'ottica di ridurre l'uso dei pesticidi;

29. invita la Commissione e la Banca europea per gli investimenti (BEI) a includere elementi di controllo in materia di biodiversità nei loro strumenti finanziari onde evitare effetti negativi sulla biodiversità; invita la BEI ad aggiornare le sue norme ambientali e sociali conformemente alle disposizioni della strategia dell'UE in materia di biodiversità per il 2030;

30. invita a istituire un obiettivo giuridicamente vincolante a livello di UE per ripristinare gli habitat danneggiati entro il 2030, tramite il ripristino delle foreste naturali, delle torbiere, delle aree d'inondazione, delle zone umide, dei pascoli ricchi di biodiversità, delle zone costiere e delle aree marine; si rammarica che la strategia dell'UE in materia di biodiversità per il 2020 non abbia consentito di raggiungere l'obiettivo di ripristinare il 15 % degli ecosistemi danneggiati;

31. esorta la Commissione e la BEI a includere la verifica in materia di biodiversità nella loro azione esterna, in particolare nell'ambito dello strumento finanziario esterno, al fine di assicurare che nessun fondo o regime di finanziamento dell'UE contribuisca alla perdita netta di biodiversità;

32. ritiene che l'ambizione globale dell'UE dovrà essere coerente con la sua azione interna nel quadro della strategia dell'UE in materia di biodiversità per il 2030;

33. invita la Commissione a includere la riduzione dell'impronta globale dell'UE come elemento importante della strategia dell'UE in materia di biodiversità per il 2030, al fine di evitare incoerenze tra le sue azioni a livello interno e internazionale;

Considerazioni economiche e finanziamenti

34. accoglie con favore l'accordo raggiunto da 196 governi in occasione della COP14, volto a incrementare gli investimenti nella natura e nelle persone per il 2020 e oltre; sottolinea che la crescita economica può agevolare lo sviluppo sostenibile solo se completamente dissociata dal degrado della biodiversità e della capacità degli ambienti naturali di contribuire al benessere degli esseri umani;

35. sottolinea la necessità di finanziamenti adeguati e sufficienti per la biodiversità; chiede che nel prossimo QFP siano incluse misure per il miglioramento della biodiversità e l'immunizzazione dagli effetti del clima e che la biodiversità sia maggiormente integrata in tutti i settori politici, al fine di compiere progressi positivi e significativi verso la visione per il 2050; invita la Commissione e il Consiglio a istituire un obiettivo di spesa chiaro per l'integrazione della biodiversità nel QFP di un minimo del 10 %, in aggiunta all'obiettivo di spesa per l'integrazione della dimensione climatica; sottolinea, inoltre, la necessità di istituire una metodologia più trasparente, globale e rigorosa per tracciare la spesa relativa alla biodiversità e al clima; chiede nuovamente di duplicare, come minimo, l'attuale livello di finanziamento del programma LIFE; invita inoltre a eliminare progressivamente le sovvenzioni dannose e ad assicurare la coerenza tra tutti i fondi e i programmi dell'UE affinché nessuna spesa all'interno del bilancio dell'UE possa contribuire alla perdita di biodiversità;

36. sottolinea che l'integrazione della biodiversità deve essere accompagnata dalla raccolta di dati; osserva con preoccupazione che la ricerca di base, compresa la tassonomia, che è cruciale a tale scopo, accusa una notevole carenza di risorse e non beneficia di un livello adeguato di finanziamenti per le strategie e la ricerca; chiede che nel quadro di Orizzonte Europa siano assegnate risorse adeguate ai progetti di ricerca di base e alla costruzione di capacità e che a tal fine siano utilizzate gli assi dedicati all'assistenza tecnica di altri fondi dell'UE;

37. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'istituzione di meccanismi finanziari internazionali aggiuntivi per la protezione e la conservazione della biodiversità collegati alla CBD, compiendo nel contempo tutti gli sforzi possibili al fine di integrare la biodiversità nei fondi esistenti; osserva che le attività economiche possono contribuire notevolmente al declino della biodiversità globale e alla perdita di capitale naturale; invita pertanto le imprese e le organizzazioni finanziarie ad assumere forti impegni comuni e a contribuire in modo significativo alla biodiversità, anche sottoponendo le loro attività a controlli in materia di biodiversità, e sottolinea l'importanza di stimolare iniziative di finanziamento privato in tal senso; deplora l'incoerenza degli insiemi di dati relativi ai flussi finanziari per la biodiversità provenienti da fonti nazionali e internazionali, pubbliche e private, che mette a rischio i sistemi di monitoraggio e segnalazione e incide negativamente su qualsiasi potenziale riforma; invita pertanto la Commissione, gli Stati membri e la BEI a elaborare norme coerenti sugli insiemi di dati relativi ai flussi finanziari per la biodiversità; sottolinea che il futuro piano sulla finanza sostenibile dovrà aiutare i partecipanti dei mercati finanziari a comprendere i rischi legati alla perdita di biodiversità, includendo la biodiversità negli obblighi di informazione finanziaria;

38. pone l'accento sull'importanza di incrementare gli investimenti, anche a favore di soluzioni basate sulla natura e iniziative corrispondenti, che generino benefici sia per la biodiversità sia per l'azione per il clima, che, a sua volta, ridurrà l'impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, come pure, al contempo, di eliminare gradualmente gli investimenti dannosi per l'ambiente; ricorda che la maggioranza degli investimenti realizzati nel quadro dell'accordo di Parigi deve essere utilizzata per conservare e ripristinare la biodiversità; deplora tuttavia che, nonostante il potenziale delle soluzioni climatiche naturali, gli sforzi di cattura a terra di CO2 ricevano solo il 2,5 % circa del bilancio globale per la mitigazione dei cambiamenti climatici; chiede un maggiore utilizzo dei fondi climatici dell'UE e internazionali per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi naturali in modo conseguire benefici sia per la biodiversità sia per la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento agli stessi;

39. accoglie con favore la decisione del Gruppo BEI di allineare tutte le sue attività di finanziamento agli obiettivi dell'accordo di Parigi e di destinare almeno il 50 % dei finanziamenti della BEI all'azione per il clima; invita la BEI a continuare ad ampliare le misure di protezione e conservazione della biodiversità nell'ambito della sua dotazione finanziaria; invita la Commissione a collaborare con gli Stati membri e il settore finanziario per allineare le rispettive attività all'accordo di Parigi e ad assicurare la verifica in materia di clima e biodiversità nelle transazioni e negli investimenti a livello di UE e oltre;

40. sottolinea che organizzazioni internazionali quali il Fondo monetario internazionale (FMI), l'UNEP e l'OCSE concordano sul fatto che la tassazione ambientale rappresenta uno strumento essenziale per far fronte alle sfide ambientali quali la perdita di biodiversità; accoglie con favore le iniziative, quali la Green Fiscal Policy Network dell'UNEP e dell'FMI, volte a facilitare la condivisione delle conoscenze e il dialogo sulla riforma fiscale verde; richiama l'attenzione sull'obiettivo 3 di Aichi e la necessità di incentivi positivi per la conservazione e l'utilizzo sostenibile della biodiversità, come pure sull'OSS 15 e la necessità di mobilitare e aumentare in modo considerevole le risorse finanziarie provenienti da tutte le fonti al fine di conservare e utilizzare in modo sostenibile la biodiversità e gli ecosistemi; sottolinea pertanto le potenzialità di una tassazione ambientale equa, in linea con il principio "chi inquina paga", quale mezzo per ridurre i danni all'ambiente e generare risorse finanziarie per la protezione della natura; invita l'UE e i suoi Stati membri a riorientare i sistemi fiscali verso un maggiore uso della tassazione ambientale;

41. constata con preoccupazione che soltanto l'8,3 % del totale degli impegni finanziari riguarda misure volte a invertire il declino della biodiversità e che si tratta della percentuale più bassa dal 2015, nonostante si osservi un tasso di estinzione delle specie senza precedenti e in rapida accelerazione; chiede che la Commissione aumenti le risorse stanziate per garantire una protezione della biodiversità coerente e a lungo termine in tutta l'UE; insiste sul fatto che il prossimo QFP dovrebbe basarsi su una solida metodologia che permetta di monitorare la biodiversità ed evitare il rischio di sovrastimare le azioni a favore di quest'ultima;

Silvicoltura, agricoltura, pesca e suolo

42. sottolinea che le attività agricole e di pesca, la salute del suolo e la conservazione della biodiversità sono strettamente collegati; rileva le ripercussioni negative dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca non sostenibili sulla biodiversità; evidenzia, tuttavia, che l'agricoltura, la silvicoltura e la pesca sostenibili possono ridurre gli effetti negativi sulle specie, sugli habitat e sugli ecosistemi nonché gli effetti dei cambiamenti climatici;

43. invita pertanto l'UE e le parti ad assumere impegni forti a favore di sistemi alimentari sostenibili nonché di un'agricoltura, una silvicoltura e una pesca sostenibili, in particolare adottando requisiti e strategie per l'uso sostenibile di prodotti fitosanitari e nutrienti, per la riduzione dell'uso di pesticidi e per la protezione del suolo, degli habitat e delle specie che forniscono servizi fondamentali per gli ecosistemi, come l'impollinazione, nonché per una maggiore selettività al fine di ridurre l'impatto cumulativo sugli ecosistemi marini e costieri e contribuire alla ricostituzione di stock ittici nelle zone sensibili e in cui vi è uno sfruttamento eccessivo; invita la Commissione a includere nella prossima revisione della direttiva dell'UE sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi (direttiva 2009/128/CE) obiettivi di riduzione vincolanti a livello dell'UE ed esorta la Commissione, gli Stati membri e le amministrazioni regionali a orientare il sostegno destinato all'agricoltura, alla silvicoltura e alla pesca verso pratiche sostenibili e regimi ecologici;

44. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere finanziariamente le pratiche agricole e forestali che sono coerenti con gli obiettivi in materia di biodiversità, come la difesa fitosanitaria e dei nutrienti integrata, l'agricoltura biologica, le pratiche agro-ecologiche, le pratiche di conservazione del suolo e delle acque, l'agricoltura di conservazione, l'agroforestazione, i sistemi silvopastorali, la gestione dell'irrigazione, i sistemi di piccole dimensioni o per appezzamenti e le pratiche per migliorare il benessere degli animali;

45. ricorda che, secondo la comunicazione della Commissione dal titolo "Intensificare l'azione dell'UE per proteggere e ripristinare le foreste del pianeta", le foreste sono indispensabili per i sistemi di sostegno alla vita del pianeta, in quanto coprono il 30 % della superficie delle terre del pianeta e ospitano l'80 % della sua biodiversità; sottolinea che la deforestazione è una delle principali cause della perdita di biodiversità e che le emissioni derivanti dall'uso del suolo, dal cambiamento d'uso del suolo e dalla silvicoltura associati alla deforestazione sono una causa significativa dei cambiamenti climatici; esprime preoccupazione per l'impatto dei consumi dell'UE sulla deforestazione, dal momento che l'UE è il consumatore finale del 10 % dei prodotti connessi alla deforestazione; invita la Commissione ad adottare una sola definizione unificata di "deforestazione zero";

46. invita la Commissione a proporre una serie completa di misure volte a ridurre l'impronta dei consumi dell'UE sul suolo, compresa una normativa, basata sul dovere di diligenza e atta a garantire catene di approvvigionamento sostenibili e a deforestazione zero per i prodotti immessi sul mercato dell'UE, nonché un piano d'azione dell'UE sull'olio di palma; è del parere che l'azione dell'UE contro la deforestazione debba concentrarsi sui suoi principali fattori, quali l'olio di palma, la soia, le carni bovine e il cacao; chiede alla Commissione di procedere il prima possibile alla graduale eliminazione dei biocarburanti utilizzati nell'UE che sono altamente suscettibili di causare il cambiamento indiretto della destinazione dei terreni;

47. evidenzia che le politiche forestali devono essere coerenti, combattere la perdita di biodiversità e gli effetti dei cambiamenti climatici in egual misura e aumentare i pozzi naturali dell'UE, proteggendo, conservando e rafforzando nel contempo la biodiversità;

48. sottolinea che nessun effetto di sostituzione dei prodotti della silvicoltura può compensare la perdita di foreste primordiali e primarie, la cui insostituibilità è riconosciuta[8] e che dovrebbero essere protette tramite strumenti giuridici e di incentivo, orientati alla loro complessità, connettività e rappresentatività;

49. sottolinea che, secondo il World Population Prospects del giugno 2019, la popolazione mondiale dovrebbe aumentare di 2 miliardi di persone nei prossimi 30 anni, incrementando gli impatti dell'uso del suolo e del mare sulla biodiversità e il sequestro del carbonio; osserva che l'aumento della perdita di biodiversità mette a rischio la sicurezza alimentare e l'alimentazione; invita le parti a promuovere l'uso sostenibile della biodiversità nei programmi che contribuiscono alla sicurezza alimentare e al miglioramento dell'alimentazione, concorrendo nel contempo al conseguimento degli OSS, con particolare attenzione all'OSS 2 (Fame zero);

Zone urbane

50. osserva che l'inquinamento, l'espansione urbana, l'impermeabilizzazione del suolo e la distruzione degli habitat sono altre cause principali di distruzione della biodiversità; ricorda che, secondo la valutazione globale dell'IPBES sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, dal 1992 la superficie delle zone urbane è raddoppiata e due cittadini dell'UE su tre vivono in zone urbane; chiede una migliore valutazione del ruolo delle zone urbane e delle città nella salvaguardia della biodiversità e un maggiore coinvolgimento delle città e delle autorità locali nella definizione delle politiche in materia di tutela e conservazione della biodiversità e di servizi ecosistemici e per quanto concerne il monitoraggio, la segnalazione e la verifica;

51. insiste sul fatto che le potenzialità delle città in termini di protezione della biodiversità e dei servizi ecosistemici sono sottovalutate; ricorda che il miglioramento dei benefici derivanti dalla biodiversità, dai servizi ecosistemici e dall'infrastruttura urbana verde nelle città e nelle aree periurbane migliora la salute umana; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'inclusione e l'ulteriore integrazione della biodiversità e delle funzioni ecosistemiche nella progettazione, nella politica e nella pianificazione urbane, riducendo nel contempo le emissioni di carbonio e rafforzando l'adattamento ai cambiamenti climatici;

52. osserva che le zone urbane possono promuovere la trasformazione nell'UE in termini di biodiversità; sottolinea che l'inquinamento da plastica e dell'acqua sono fattori importanti della perdita di biodiversità; ritiene che una forte economia circolare, nel contesto del nuovo piano d'azione per l'economia circolare, potrebbe essere determinante per gli sforzi dell'UE a favore del ripristino della biodiversità;

53. deplora il fatto che la plastica e l'inquinamento derivante, ad esempio, da impianti di trattamento delle acque, prodotti farmacologici e pratiche agricole non sostenibili, come l'uso intensivo di nutrienti, incidano profondamente sulla salute degli ecosistemi oceanici;

Zone protette dell'UE

54. chiede di procedere a un'analisi approfondita di tutte le zone protette dell'UE, compresi i siti Natura 2000, nonché al miglioramento, alla migliore connessione e all'ampliamento di tali zone; evidenzia la necessità di un metodo standardizzato per il calcolo delle zone protette e di una definizione chiara di ciò che costituisce una "zona protetta" nell'UE; sottolinea che, alla luce della recente relazione dell'IPCC in materia di oceani e criosfera nell'era dei cambiamenti climatici, sono necessari una valutazione globale e un aumento significativo delle zone costiere e marine protette dell'UE e della loro governance; chiede l'estensione delle zone marine protette dell'UE al fine di includere un maggior numero di acque d'alto mare; sottolinea che, oltre alla quantità, anche la qualità delle aree protette è essenziale per impedire la perdita di biodiversità e che, pertanto, è necessario porre maggiormente l'accento su una gestione efficiente e sostenibile;

55. invita la Commissione a continuare ad adottare provvedimenti giuridici quando constata che la legislazione dell'UE in materia di protezione della natura non è rispettata; sottolinea che le procedure devono essere più efficienti nel settore delle violazioni in materia di ambiente, a causa del rischio di danni irreversibili all'ambiente; sottolinea che è necessario garantire con urgenza la corretta applicazione delle direttive sulla tutela della natura e dare seguito in modo trasparente alle denunce relative a violazioni della legislazione;

56. osserva che il quadro per la conservazione della natura potrebbe potenzialmente creare, in caso di attuazione carente, un ambiente ostile per ambientalisti ed ecologisti e mettere direttamente o indirettamente in pericolo la loro vita; sottolinea che gli omicidi di ambientalisti e ecologisti dovrebbero essere condannati attivamente dall'UE;

57. sottolinea che le infrastrutture verdi forniscono servizi ecosistemici che sostengono la biodiversità, ad esempio aumentando la quantità di corridoi ecologici negli ambienti urbani;

Innovazione, ricerca e istruzione

58. rammenta l'importanza dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo al fine di conseguire gli obiettivi della visione per il 2050; sottolinea l'importanza di sostenere la ricerca e le scienze partecipative per rafforzare le conoscenze, in particolare per quanto riguarda gli oceani, la maggior parte dei quali non è ancora stata esplorata; invita la Commissione e il Consiglio a incrementare la dotazione di bilancio per Orizzonte Europa a 120 miliardi di EUR nel prossimo QFP, a vantaggio in particolare del polo tematico relativo alle risorse naturali, ivi inclusa la ricerca di base e applicata, ad esempio nel campo della tassonomia, e ad avviare una missione per la protezione e il ripristino della biodiversità nell'ambito di Orizzonte Europa; chiede alle parti di concentrarsi in particolare sui nessi tra la conservazione della biodiversità e i benefici per la salute umana e il benessere economico, nonché di coordinare le misure di raccolta dati;

59. invita la Commissione a sostenere ulteriori ricerche sugli effetti dell'uso del suolo e del cambiamento della destinazione dei terreni, tra cui la deforestazione e la produzione di bioenergia, sulle emissioni di gas a effetto serra e a tener conto dei risultati nella futura elaborazione delle politiche;

60. osserva che, secondo la strategia europea per la plastica nell'economia circolare, adottata il 16 gennaio 2018, i 150 milioni di tonnellate di plastica che si sono accumulate negli oceani del mondo potrebbero raddoppiare entro il 2030, mettendo in pericolo più di 660 specie e danneggiando il nostro ambiente; invita la Commissione a presentare iniziative faro contro l'inquinamento da plastica e i suoi effetti sulla biodiversità; sottolinea il caso specifico delle microplastiche, che rappresentano oltre l'80 % dei rifiuti marini raccolti e mettono in pericolo la biodiversità marina; accoglie pertanto con favore l'impegno di Ursula von der Leyen inteso ad aprire un nuovo fronte nella nostra lotta contro i rifiuti di plastica contrastando le microplastiche; sottolinea la necessità di un approccio all'economia circolare che ponga l'accento sulla ricerca e l'innovazione in materia di prodotti sostenibili;

61. sottolinea l'importanza dell'educazione ai fini della sensibilizzazione alla biodiversità e della protezione dell'ambiente; osserva che le zone protette didattiche sono uno strumento pertinente ed efficiente per sensibilizzare l'opinione pubblica e rafforzare la conservazione;

Sviluppo di capacità, sensibilizzazione del pubblico e partecipazione di tutti gli attori

62. sottolinea che lo sviluppo di capacità e le attività di sensibilizzazione sono fondamentali ai fini di un'attuazione efficace e per promuovere una maggiore comprensione dell'importanza della biodiversità; accoglie pertanto con favore la decisione della COP14 che invita le parti, gli altri governi e i donatori che siano in grado di farlo a fornire risorse finanziarie per lo sviluppo di capacità, l'assistenza tecnica e il trasferimento tecnologico;

63. evidenzia l'importanza di fornire informazioni complete e di ricercare un maggiore coinvolgimento della società civile e dei cittadini di diverse fasce di età per conseguire gli obiettivi globali e dell'UE;

64. invita le parti a promuovere la sensibilizzazione del pubblico e la partecipazione di molteplici soggetti interessati al fine di definire soluzioni su misura in collaborazione con le comunità locali e le popolazioni indigene allo scopo di promuovere l'uso sostenibile dei terreni per una maggiore biodiversità, in modo tale che le differenze regionali in termini di paesaggi e habitat siano pienamente rispettate;

65. accoglie con favore l'intenzione di perseguire attivamente un approccio multipartecipativo, che è fondamentale per valorizzare, proteggere, preservare, utilizzare in maniera sostenibile e ripristinare la biodiversità, e sottolinea che una maggiore collaborazione con i vari livelli di governance, i vari settori e attori privati, nonché tra di essi, creerà opportunità di integrazione degli obiettivi in materia di biodiversità nelle altre politiche; ritiene fondamentale coinvolgere le imprese e le organizzazioni finanziarie e, a tale proposito, accoglie con favore gli sforzi della Commissione volti a coinvolgere il settore privato nella conservazione della biodiversità, in particolare attraverso la piattaforma UE per le imprese e la biodiversità; accoglie con favore, in tale prospettiva, l'avvio di iniziative del settore privato come la coalizione "One Planet Business for Biodiversity" in occasione del vertice delle Nazioni Unite sull'azione per il clima a New York;

66. invita la Commissione a prendere in considerazione una metodologia armonizzata per il calcolo dell'impronta ecologica delle imprese dell'UE e del loro impatto sulla biodiversità;

67. ritiene che nelle società siano necessari mutamenti trasformativi per affrontare i cambiamenti climatici, il degrado dell'ambiente e la perdita di biodiversità; sottolinea l'importanza di seguire il principio di una transizione equa che garantisca un processo inclusivo ed equo;

68. osserva che la sensibilizzazione del pubblico e l'accesso a informazioni complete e facilmente comprensibili consentono ai consumatori di effettuare scelte d'acquisto consapevoli e promuovono un consumo sostenibile e sottolinea che, pertanto, dovrebbero far parte di un insieme completo di misure riguardanti, in particolare, i prodotti che conducono alla deforestazione, alla distruzione degli ecosistemi e alle violazioni dei diritti umani; invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare la tracciabilità e il controllo dei prodotti attraverso le loro catene di valore e di approvvigionamento, garantendo in tal modo la totale trasparenza per i consumatori;

69. sottolinea la necessità di migliorare l'etichettatura ecologica e la certificazione anti-deforestazione;

70. accoglie con favore la riunione dell'Unione internazionale per la conservazione della natura prevista nel 2020 a Marsiglia; invita la Commissione a inviare segnali evidenti di sostegno in relazione ai suoi impegni in materia di biodiversità in occasione di tale forum;

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71. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

Ultimo aggiornamento: 14 gennaio 2020
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