Proposta di risoluzione comune - RC-B9-0040/2020Proposta di risoluzione comune
RC-B9-0040/2020

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sul Green Deal europeo

14.1.2020 - (2019/2956(RSP))

presentata a norma dell'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B9-0040/2020 (Verts/ALE)
B9-0042/2020 (PPE)
B9-0043/2020 (Renew)
B9-0045/2020 (S&D)

Esther de Lange
a nome del gruppo PPE
Miriam Dalli
a nome del gruppo S&D
Fredrick Federley
a nome del gruppo Renew
Bas Eickhout
a nome del gruppo Verts/ALE


Procedura : 2019/2956(RSP)
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RC-B9-0040/2020
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RC-B9-0040/2020
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Risoluzione del Parlamento europeo su l Green Deal europeo

(2019/2956(RSP))

Il Parlamento europeo,

 vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019, dal titolo "Il Green Deal europeo" (COM(2019)0640),

 vista la comunicazione della Commissione del 28 novembre 2018, dal titolo "Un pianeta pulito per tutti – Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra" (COM(2018)0773),

 visti il programma d'azione dell'UE per l'ambiente fino al 2020 e la sua visione per il 2050,

 visti la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il protocollo di Kyoto all'UNFCCC e l'accordo di Parigi,

 vista la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica,

 visti l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite,

 vista la relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) del 4 dicembre 2019, dal titolo "L'ambiente in Europa - Stato e prospettive nel 2020",

 viste la relazione speciale del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) dal titolo "Riscaldamento globale di 1,5º C", la sua quinta relazione di valutazione (AR5) e la relativa relazione di sintesi, la relazione speciale dell'IPCC in materia di cambiamenti climatici e suolo e la sua relazione speciale sull'oceano e la criosfera in un clima che cambia,

 visti l'Emissions Gap Report 2019, 2019 del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, pubblicato il 19 novembre 2019, e la sua prima relazione di sintesi sulla produzione di combustibili fossili, del dicembre 2019 (Production Gap Report 2019),

 vista la relazione di valutazione globale sulla biodiversità e i servizi ecosistemici della piattaforma intergovernativa politica e scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), del 31 maggio 2019,

 viste le prospettive in termini di risorse globali (Global Resources Outlook) 2019 dell'International Resource Panel del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente,

 vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

 viste le convenzioni e le raccomandazioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL),

 vista la Carta sociale europea riveduta del Consiglio d'Europa,

 visto il pilastro europeo dei diritti sociali,

 vista la 26ª Conferenza delle parti dell'UNFCCC prevista per il dicembre 2020, durante la quale tutte le parti dell'UNFCCC dovranno incrementare i rispettivi contributi determinati a livello nazionale in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi,

 vista la 15ª Conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica (COP15) che si terrà a Kunming (Cina) nell'ottobre 2020, nel corso della quale le parti dovranno definire il quadro globale post-2020 per arrestare la perdita di biodiversità,

 vista la sua risoluzione del 14 marzo 2019 sul cambiamento climatico: una visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra in conformità dell'accordo di Parigi[1],

 vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sull'emergenza climatica e ambientale[2],

 vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi nel 2019 a Madrid (Spagna) (COP 25)[3],

 viste le conclusioni del Consiglio europeo del 12 dicembre 2019,

 visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che la presente risoluzione costituisce la prima reazione generale del Parlamento alla comunicazione della Commissione sul Green Deal europeo; considerando la propria intenzione, con l'avanzamento dei lavori sul Green Deal, di pronunciarsi con posizioni più dettagliate sulle misure ed azioni specifiche e di avvalersi pienamente dei propri poteri legislativi per esaminare e modificare eventuali proposte della Commissione onde garantire che sostengano tutti gli obiettivi del Green Deal;

1. sottolinea l'urgente necessità di interventi ambiziosi per far fronte al cambiamento climatico e alle sfide ambientali, allo scopo di limitare il riscaldamento globale a 1,5º C ed evitare una perdita massiccia di biodiversità; si compiace pertanto della comunicazione della Commissione sul "Green Deal europeo"; condivide l'impegno della Commissione di trasformare l'UE in una società più sana, sostenibile, equa e prospera, con zero emissioni nette di gas a effetto serra (GES); chiede la necessaria transizione verso una società europea climaticamente neutra entro il 2050 e che tale obiettivo diventi una storia di successo europea;

2. ritiene fermamente che il Green Deal europeo debba promuovere un approccio integrato e scientificamente fondato e abbracci tutti i settori affinché imbocchino lo stesso percorso verso il medesimo obiettivo; ritiene che l'integrazione delle diverse politiche in una visione olistica rappresenti il vero valore aggiunto del Green Deal europeo e che tale aspetto vada pertanto rafforzato; considera il Green Deal un catalizzatore per una transizione sociale inclusiva e non discriminatoria, i cui obiettivi chiave siano la neutralità climatica, la tutela dell'ambiente, l'impiego sostenibile delle risorse, la salute e la qualità di vita dei cittadini all'interno dei confini planetari;

3. sottolinea che il Green Deal dovrebbe essere al centro della strategia europea per una nuova crescita sostenibile, pur nel rispetto dei confini planetari della Terra, nonché per creare opportunità economiche, stimolare gli investimenti e offrire posti di lavoro di qualità; è del parere che ciò avvantaggerà i cittadini e le imprese europei, dando vita a un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, in cui la crescita economica sarà dissociata dalle emissioni globali di GES, dall'impiego delle risorse e dalla produzione di rifiuti nell'UE; sottolinea la necessità che il Green Deal conduca al progresso sociale, migliorando il benessere generale e riducendo le disuguaglianze sociali, gli squilibri economici tra gli Stati membri e le disparità di genere e generazionali; ritiene che una transizione equa non debba lasciare indietro nessun individuo e nessun luogo e che debba invece ovviare alle disparità sociali ed economiche;

4. ritiene che gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite debbano essere al centro del processo di definizione e attuazione delle politiche dell'Unione europea, in modo che quest'ultima promuova un modello di sviluppo umano compatibile con un pianeta sano; sottolinea, a tale riguardo, la necessità che il Green Deal europeo combini diritti sociali, integrità ambientale, coesione regionale, sostenibilità e industrie a prova di futuro e competitive a livello mondiale, a vantaggio di tutti;

5. sottolinea la necessità che il Green Deal sia finalizzato alla creazione di un'economia prospera, equa, sostenibile e competitiva, che sia al servizio di tutti, in tutte le regioni d'Europa; ritiene che il Green Deal debba creare opportunità economiche e garantire equità tra le generazioni; insiste sull'importanza del rispetto e dell'intensificazione del dialogo sociale a tutti i livelli e in tutti gli ambiti, al fine di garantire una transizione giusta; pone in evidenza la necessità di una prospettiva di genere riguardo alle azioni e agli obiettivi del Green Deal, tra cui l'integrazione della dimensione di genere e azioni attente alle questioni di genere; ribadisce che il passaggio a un'economia climaticamente neutra e a una società sostenibile deve essere realizzato contestualmente all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e insiste sulla necessità che tutte le iniziative intraprese nell'ambito del Green Deal europeo siano pienamente compatibili con il pilastro europeo dei diritti sociali;

6. sottolinea la necessità, perché l'Unione possa conseguire gli obiettivi del Green Deal, di mobilitare ingenti investimenti pubblici e privati e considera questo fatto un presupposto imprescindibile per la riuscita del Green Deal; ritiene che l'Unione debba garantire agli investitori a lungo termine certezza e prevedibilità normativa, nonché un idoneo quadro finanziario, e sufficienti risorse e incentivi fiscali e di mercato per la riuscita di una transizione ecologica a favore di un cambiamento sociale, industriale ed economico positivo e sostenibile; ribadisce che il Green Deal dovrebbe riportare l'Europa sulla via di una crescita sostenibile a lungo termine, della prosperità e del benessere, adoperandosi affinché le nostre politiche ambientali, economiche e sociali siano definite garantire una transizione equa;

7. sottolinea che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono sfide mondiali che richiedono una risposta mondiale; insiste sulla necessità che l'UE dia prova di ambizione e che convinca altre regioni del mondo a lavorare nella stessa direzione; sottolinea il ruolo dell'UE quale leader mondiale in termini di interventi per l'ambiente e per il clima;

8. propone che tutte le azioni nell'ambito del Green deal adottino un approccio scientifico e siano basate su valutazioni d'impatto olistiche;

Rafforzare l'ambizione climatica dell'UE per il 2030 e il 2050

9. ritiene che un impegno giuridicamente vincolante dell'Unione a favore della neutralità climatica al più tardi entro il 2050 rappresenti un poderoso strumento per mobilitare le necessarie forze sociali, politiche, economiche e tecnologiche per la transizione; sottolinea con forza che la transizione è uno sforzo condiviso di tutti gli Stati membri e che ogni Stato membro deve contribuire al conseguimento della neutralità climatica dell'Unione entro il 2050; invita la Commissione a presentare una proposta di normativa europea sul clima entro il marzo 2020;

10. chiede una normativa ambiziosa in materia di clima che preveda un obiettivo nazionale giuridicamente vincolante e applicabile all'intera economia di realizzare l'azzeramento delle emissioni nette di GES entro il 2050 al più tardi, nonché obiettivi intermedi dell'UE per il 2030 e il 2040 da ultimare, nell'ambito di tale normativa, al più tardi al momento della sua adozione da parte dei colegislatori, sulla base di valutazioni d'impatto e di un solido quadro di governance; sottolinea la necessità che la normativa sul clima rifletta le migliori conoscenze scientifiche disponibili, al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5º C, e che sia aggiornata in funzione degli sviluppi del quadro giuridico dell'Unione e del ciclo di revisione dell'accordo di Parigi; ritiene che la legge per il clima debba includere anche elementi specifici sull'adattamento, in particolare esigendo che tutti gli Stati membri adottino piani d'azione in materia;

11. chiede di portare al 55 % rispetto ai livelli del 1990 l'obiettivo dell'UE per il 2030 in materia di riduzione delle emissioni interne di GES; esorta la Commissione a presentare quanto prima una proposta in tal senso onde consentire all'Unione di adottare tale obiettivo come suo contributo aggiornato stabilito a livello nazionale (NDC) con largo anticipo rispetto alla COP26; chiede altresì che tale obiettivo sia successivamente integrato nella normativa europea sul clima;

12. ritiene che l'Unione debba svolgere un ruolo attivo e dimostrare una robusta leadership nell'ambito dei preparativi per la COP26, in occasione della quale le parti dovrebbero aumentare gli impegni collettivi in materia di clima, rispecchiando il livello più elevato possibile di ambizione; ritiene, a tale proposito, che l'Unione debba adottare quanto prima nel 2020 un NDC rafforzato al fine di incoraggiare altri paesi terzi, in particolare i principali produttori di emissioni, a fare altrettanto; sottolinea, in tale contesto, la necessità di concordare un rafforzamento degli NDC con largo anticipo rispetto al vertice UE-Cina di settembre, nonché al vertice UE-Africa;

13. riconosce che gli Stati membri potrebbero seguire diversi percorsi per conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050 in modo equo ed efficace in termini di costi, tenuto conto del fatto che non tutti i paesi hanno lo stesso punto di partenza e le stesse risorse e che alcuni di essi stanno avanzando più rapidamente di altri, ma ritiene che la transizione verde debba essere trasformata in un'opportunità economica e sociale per tutte le regioni d'Europa;

14. sottolinea che le emissioni nette dovranno essere pressoché azzerate in tutti i comparti dell'economia, affinché possano contribuire congiuntamente al conseguimento dell'obiettivo della neutralità climatica; invita la Commissione a presentare, se del caso, proposte basate su valutazioni d'impatto, in vista di una revisione delle misure legislative dell'UE inerenti al clima e all'energia entro il giugno 2021, allo scopo di concretizzare la maggiore ambizione a medio e lungo termine in materia di clima; invita la Commissione ad avvalersi altresì delle potenzialità aggiuntive di altre normative esistenti dell'Unione per contribuire agli interventi per il clima, tra cui la direttiva sulla progettazione ecocompatibile, la legislazione dell'Unione in materia di rifiuti, le misure relative all'economia circolare e il regolamento sui gas fluorurati; sottolinea, inoltre, che le soluzioni naturali possono aiutare gli Stati membri a conseguire i loro obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di GES e di biodiversità, ma insiste sul fatto che siffatte soluzioni devono essere aggiuntive rispetto alla riduzione delle emissioni di GES alla fonte;

15. ritiene che nuovi obiettivi di maggiore portata in materia di GES presuppongano che il sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE (ETS) sia adeguato allo scopo; invita la Commissione a riesaminare rapidamente la direttiva ETS, anche affrontando il fattore di riduzione lineare, le norme per l'assegnazione di quote gratuite e l'eventuale necessità di fissare un prezzo minimo per il carbonio;

16. è favorevole, data la persistenza di diversi gradi di ambizione in campo climatico su scala mondiale, all'intenzione della Commissione di lavorare a un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere compatibile con l'OMC se dovessero persistere tali gradi divergenti di ambizione; ritiene che lo sviluppo di un siffatto meccanismo si iscriva in una strategia di più ampio respiro per un'economia dell'Unione competitiva e decarbonizzata, che sostenga le ambizioni climatiche dell'Unione e garantisca nel contempo parità di condizioni; prende atto del punto di vista della Commissione secondo cui tale meccanismo costituirebbe un'alternativa alle misure in materia di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio attualmente previste dall'EU ETS; insiste sul fatto che le attuali misure per far fronte alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio non debbano essere abrogate fintantoché non sarà stato introdotto un nuovo sistema e chiede alla Commissione, prima di presentare eventuali proposte, di procedere a un'analisi approfondita delle diverse forme che potrebbe assumere il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere prima del riesame della legislazione sul clima prevista per il giugno 2021; ritiene che un futuro meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere debba mantenere gli incentivi economici per una transizione verde efficace, come pure per i pionieri climatici, sostenere un mercato per i prodotti a basse emissioni di CO2 all'interno dell'Unione e garantire una tariffazione efficace del carbonio nell'Unione, promuovendo nel contempo la fissazione del prezzo del carbonio in altre parti del mondo; ritiene che il meccanismo in oggetto debba tenere conto delle specificità di ciascun settore e che possa essere introdotto gradualmente in determinati settori, evitando nel contempo indebiti costi amministrativi supplementari, in particolare per le PMI europee;

17. plaude alla proposta di revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia per quanto riguarda le questioni ambientali, al fine di applicare il principio "chi inquina paga", tenendo conto nel contempo delle politiche fiscali nazionali ed evitando di aggravare le disuguaglianze;

18. chiede una nuova e più ambiziosa strategia dell'Unione in materia di adattamento ai cambiamenti climatici; ricorda che occorrono maggiori sforzi per l'immunizzazione dagli effetti del clima, il rafforzamento della resilienza, la prevenzione e la preparazione nell'UE e negli Stati membri; evidenzia la necessità di mobilitare investimenti pubblici e privati negli interventi di adattamento e chiede la massima coerenza delle politiche in materia di spesa dell'UE, in modo che l'adattamento e la resilienza ai cambiamenti climatici siano valutati come criteri chiave nell'ambito di tutti i pertinenti finanziamenti dell'UE; ritiene al contempo che la prevenzione, la preparazione e la risposta alle catastrofi debbano formare un solido strumento di solidarietà, dotato di risorse sufficienti; chiede un'assegnazione coerente e sufficiente dei fondi nel bilancio dell'Unione e la messa in comune di risorse per il meccanismo di protezione civile dell'Unione;

19. si compiace dell'annunciata intenzione della Commissione di lanciare un Patto europeo per il clima; sottolinea la necessità che tale patto metta insieme cittadini, regioni, comunità locali, la società civile, imprese (tra cui le PMI) e sindacati come partecipanti attivi alla transizione verso la neutralità climatica, sulla base di un dialogo autentico e di processi trasparenti e partecipativi, anche per quanto riguarda la concezione, l'attuazione e la valutazione delle politiche; ritiene importante cooperare con i portatori di interesse dei settori ad alta intensità energetica e le rispettive parti sociali, specialmente i datori di lavoro, i lavoratori, le ONG e il mondo accademico, al fine di contribuire alla ricerca di soluzioni sostenibili nella transizione verso economie neutre in termini di emissioni di carbonio;

Fornire energia pulita, economica e sicura

20. sottolinea il ruolo centrale dell'energia nella transizione verso un'economia a zero emissioni nette di GES e plaude all'obiettivo della Commissione di continuare a decarbonizzare il sistema energetico affinché l'UE possa conseguire l'azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 al più tardi; chiede la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili al fine di conformarla a tale ambizione e fissare obiettivi nazionali per ciascuno Stato membro; si compiace inoltre della priorità annessa all'efficienza energetica; invita la Commissione e gli Stati membri, in tale contesto, ad attuare il principio dell'"efficienza energetica al primo posto" in tutti i settori e in tutte le politiche, in quanto ciò è fondamentale per ridurre la dipendenza energetica dell'UE e le emissioni derivanti dalla produzione di energia e per creare nel contempo posti di lavoro a livello locale per gli interventi di ristrutturazione e ridurre la bolletta energetica dei cittadini; chiede la revisione della direttiva sull'efficienza energetica (DEE) e della direttiva sull'efficienza energetica degli edifici, in linea con crescente ambizione climatica dell'UE, e il rafforzamento della loro attuazione, prestando particolare attenzione ai cittadini vulnerabili, pur tenendo conto nel contempo della necessaria prevedibilità economica per i settori interessati;

21. sottolinea che, per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi, occorrono provvedimenti di esecuzione a livello nazionale e dell'UE; invita gli Stati membri e la Commissione a garantire che i piani nazionali per l'energia e il clima siano pienamente in linea con gli obiettivi dell'UE; ricorda la competenza degli Stati membri nel decidere il proprio mix energetico nel quadro dell'UE per il clima e l'energia;

22. sottolinea che per conseguire gli obiettivi dell'UE in materia di clima e di sostenibilità, tutti i settori devono ricorrere maggiormente all'energia da fonti rinnovabili ed eliminare gradualmente i combustibili fossili; chiede la revisione degli orientamenti in materia di reti transeuropee dell'energia (RTE-E) prima dell'adozione del prossimo elenco di progetti di interesse comune (PIC), onde allineare il quadro legislativo alla priorità della diffusione delle reti intelligenti ed evitare di impegnare risorse in investimenti ad alta intensità di carbonio; sottolinea la necessità di adottare un approccio strategico ai cluster energetici dell'UE, allo scopo di utilizzare gli investimenti più efficaci nelle fonti energetiche rinnovabili; si compiace pertanto dell'annuncio di una strategia per l'energia eolica offshore; ritiene che le politiche dell'UE debbano promuovere in particolare l'innovazione e la diffusione dello stoccaggio dell'energia sostenibile e dell'idrogeno verde; sottolinea la necessità di garantire che l'uso di fonti energetiche come il gas naturale sia soltanto temporaneo, considerato l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050;

23. sottolinea la fondamentale importanza di garantire in Europa il corretto funzionamento di un mercato dell'energia pienamente integrato, incentrato sui consumatori e competitivo; sottolinea altresì l'importanza delle interconnessioni transfrontaliere per un mercato dell'energia pienamente integrato; accoglie con favore l'annunciata intenzione della Commissione di proporre misure sull'integrazione intelligente entro la metà del 2020 e sottolinea che l'ulteriore integrazione del mercato energetico dell'Unione avrà un ruolo importante nel migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e nel conseguire un'economia a zero emissioni nette di GES; evidenzia la necessità di un'agenzia per la cooperazione dei regolatori dell'energia dotata di sufficienti risorse finanziarie per intensificare la cooperazione regionale tra gli Stati membri;

24. insiste su una rapida abrogazione delle sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili entro il 2020 tanto a livello di UE che di singoli Stati membri;

25. accoglie con favore l'annunciata ondata di ristrutturazioni di edifici pubblici e privati e incoraggia a incentrare l'attenzione sulle ristrutturazioni di scuole e ospedali, nonché di case popolari e abitazioni in affitto per aiutare le famiglie a basso reddito; sottolinea la necessità di ristrutturare il parco immobiliare esistente, dando vita a edifici a energia quasi zero per poter conseguire la neutralità in termini di emissioni di carbonio al più tardi entro il 2050; sottolinea che il settore edilizio presenta un elevato potenziale di risparmio energetico, come pure un potenziale di produzione in loco di energia rinnovabile, che può stimolare l'occupazione e contribuire alla crescita delle PMI; considera indispensabile un quadro normativo intelligente e lungimirante; accoglie pertanto con favore le proposte volte a ridurre gli ostacoli normativi nazionali alle ristrutturazioni di edifici e a rivedere il regolamento sui prodotti da costruzione; chiede l'applicazione rigorosa degli obblighi degli Stati membri di ristrutturare gli edifici pubblici in linea con la DEE; incoraggia la promozione delle costruzioni in legno e di materiali da costruzione ecologici;

26. sottolinea la necessità che la transizione energetica sia socialmente sostenibile e non aggravi la povertà energetica, ragion per cui si compiace dell'impegno della Commissione in tal senso; è del parere che le comunità che combattono la povertà energetica debbano disporre degli strumenti necessari per partecipare alla transizione verde grazie all'istruzione e ai servizi di consulenza, nonché incentivando gli investimenti a lungo termine; chiede azioni mirate in stretta cooperazione con gli Stati membri e lo scambio di prassi corrette per ridurre la povertà energetica, sostenendo al contempo la parità di accesso ai finanziamenti per le ristrutturazioni a fini di efficienza energetica; ritiene che i costi delle ristrutturazioni a fini di efficienza energetica non debbano essere sostenuti dalle famiglie a basso reddito; sottolinea inoltre il ruolo del teleriscaldamento nel fornire energia a prezzi accessibili;

27. sostiene in generale l'idea di misure basate sul mercato come uno degli strumenti per conseguire gli obiettivi climatici; esprime tuttavia alcune riserve sull'eventuale inclusione delle emissioni degli edifici nell'EU ETS, dato che ciò potrebbe deresponsabilizzare l'azione pubblica e portare a bollette energetiche più elevate per locatari e proprietari; ritiene che tali proposte richiedano un'ulteriore analisi;

Mobilitare l'industria a favore di un'economia pulita e circolare

28. ritiene che la transizione dell'UE verso una base industriale moderna, a impatto climatico zero, altamente efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva entro il 2050 al più tardi rappresenti sia una sfida sia un'opportunità di fondamentale importanza e accoglie con favore l'annuncio che la Commissione presenterà una nuova strategia industriale, come pure una strategia per le PMI, nel marzo 2020; sottolinea che la competitività industriale e la politica climatica si rafforzano reciprocamente e che un'industria innovativa e a impatto climatico zero creerà posti di lavoro a livello locale e garantirà la competitività dell'economia europea;

29. sottolinea che la strategia industriale dovrebbe porre l'accento sullo sviluppo di catene del valore per prodotti, processi e modelli imprenditoriali sostenibili, anche sul piano economico, intesi a conseguire la neutralità climatica, l'efficienza in termini di risorse, la circolarità e un ambiente non tossico, mantenendo e sviluppando nel contempo la competitività internazionale ed evitando la delocalizzazione delle industrie europee; conviene con la Commissione sul fatto che le industrie ad alta intensità energetica, come l'industria siderurgica, chimica e cementiera, sono cruciali per l'economia europea, e che al contempo sono fondamentali la modernizzazione e decarbonizzazione;

30. sottolinea che le strategie industriali e per le PMI devono stabilire tabelle di marcia chiare che includano un insieme completo di incentivi e opportunità di finanziamento per l'innovazione e la diffusione di tecnologie innovative e per nuovi modelli imprenditoriali sostenibili, nonché per l'eliminazione di tutti gli ostacoli normativi superflui; chiede un sostegno dell'UE a coloro che sono in prima linea nell'ambito del clima e delle risorse, mediante un approccio neutro sotto il profilo tecnologico e coerente con le migliori conoscenze scientifiche disponibili e con gli obiettivi a lungo termine dell'UE in materia di clima e di ambiente; sottolinea il ruolo dei sistemi ecologici di cattura e stoccaggio del carbonio nel rendere l'industria pesante neutra dal punto di vista climatico, laddove non siano disponibili possibilità di riduzione diretta delle emissioni;

31. ricorda il ruolo fondamentale delle tecnologie digitali nel sostenere la transizione verde, per esempio migliorando l'efficienza sotto il profilo delle risorse e dell'energia e mediante un migliore monitoraggio ambientale, e attraverso i benefici per il clima derivanti da una piena digitalizzazione delle reti di trasmissione e distribuzione e da applicazioni intelligenti; ritiene che la strategia industriale dovrebbe integrare, come proposto, le trasformazioni verdi e digitali e dovrebbe individuare gli obiettivi fondamentali e gli ostacoli che impediscono il pieno sfruttamento del potenziale delle tecnologie digitali; invita la Commissione a sviluppare strategie e finanziamenti per la diffusione di tecnologie digitali innovative; sottolinea nel contempo l'importanza di migliorare l'efficienza energetica e le prestazioni dell'economia circolare dello stesso settore digitale e plaude all'impegno della Commissione a tale riguardo; chiede alla Commissione di stabilire una metodologia di monitoraggio e quantificazione del crescente impatto ambientale delle tecnologie digitali, senza creare inutili oneri burocratici;

32. ritiene che tale strategia industriale debba dedicare la dovuta considerazione agli effetti sulla forza lavoro, nonché alla riqualificazione e allo sviluppo delle competenze dei lavoratori; invita la Commissione a esaminare attentamente la dimensione regionale di tale strategia, garantendo che nessuno e nessuna regione sia lasciata indietro; insiste affinché la strategia includa un dialogo sociale nel quale i lavoratori siano pienamente coinvolti;

33. chiede un ambizioso nuovo piano d'azione per l'economia circolare, che deve mirare a ridurre l'impronta complessiva in termini di ambiente e risorse della produzione e del consumo dell'UE, fornendo nel contempo forti incentivi per l'innovazione, per le imprese sostenibili e per i mercati dei prodotti a impatto climatico zero e i prodotti circolari, con l'efficienza nell'uso delle risorse, l'inquinamento zero e la prevenzione dei rifiuti quali priorità fondamentali; sottolinea le forti sinergie tra l'azione per il clima e l'economia circolare, in particolare nei settori dell'energia e delle industrie ad alta intensità di carbonio; chiede l'istituzione di un obiettivo a livello dell'UE per l'efficienza nell'uso delle risorse;

34. invita la Commissione a proporre obiettivi per la raccolta differenziata, la riduzione dei rifiuti, il riutilizzo e il riciclaggio, nonché altre azioni specifiche quali la responsabilità estesa del produttore, in settori prioritari quali i rifiuti commerciali, i prodotti tessili, la plastica, l'elettronica, l'edilizia e l'alimentazione; esorta la Commissione a sviluppare misure volte a sostenere il mercato dei materiali riciclati in Europa, tra cui norme comuni di qualità nonché obiettivi obbligatori per l'utilizzo dei materiali recuperati nei settori prioritari, ove possibile; sottolinea l'importanza di sviluppare cicli di materiali non tossici, intensificando la sostituzione delle sostanze estremamente preoccupanti, e di promuovere la ricerca e l'innovazione al fine di sviluppare prodotti più puliti; invita la Commissione a prendere in considerazione misure volte ad affrontare i prodotti importati contenenti sostanze o componenti che sono vietati nell'UE e ritiene che tali misure non dovrebbero essere reintrodotte nel mercato dell'UE per quanto riguarda i prodotti di consumo attraverso attività di riciclaggio;

35. sostiene le misure strategiche per i prodotti sostenibili, compresa l'estensione dell'ambito di applicazione della progettazione ecocompatibile con una legislazione che renda i prodotti più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, e un solido programma di lavoro sulla progettazione ecocompatibile e l'etichettatura ecologica dal 2020 in poi, che comprenda anche gli smartphone e altre nuove apparecchiature informatiche; chiede proposte legislative sul diritto alla riparazione, l'eliminazione dell'obsolescenza programmata e caricabatterie universali per le apparecchiature informatiche mobili; approva i piani della Commissione per le proposte legislative volte a garantire una catena del valore sicura, circolare e sostenibile per tutte le batterie e si attende che la proposta includa almeno misure in materia di progettazione ecocompatibile e obiettivi per il riutilizzo e il riciclaggio nonché per l'approvvigionamento sostenibile e socialmente responsabile; sottolinea la necessità di creare un cluster forte e sostenibile per le batterie e lo stoccaggio in Europa;

36. esorta la Commissione a rafforzare ulteriormente le misure dell'UE contro l'inquinamento da plastica, in particolare nell'ambiente marino, e chiede una più ampia limitazione e la sostituzione degli articoli di plastica monouso; sostiene lo sviluppo della legislazione per affrontare il problema degli imballaggi eccessivi e per garantire che, al più tardi entro il 2030, tutti gli imballaggi che non sono riutilizzabili o riciclabili in un modo economicamente sostenibile non siano autorizzati sul mercato dell'UE, garantendo nel contempo la sicurezza alimentare; chiede misure per il coordinamento transfrontaliero dei sistemi di restituzione dei depositi; esorta la Commissione ad affrontare il problema delle microplastiche in modo completo, anche adottando un'eliminazione graduale globale della microplastica aggiunta intenzionalmente e attraverso nuove misure, anche di tipo normativo, contro il rilascio accidentale di plastica, ad esempio dai tessuti, dagli pneumatici e dai pellet di plastica; osserva che la Commissione intende sviluppare un quadro normativo per le plastiche biodegradabili e le bioplastiche; sottolinea la necessità di un'economia della plastica pienamente circolare;

37. chiede che sia istituito un mercato unico verde dell'UE per stimolare la domanda di prodotti sostenibili con disposizioni specifiche come l'espansione dell'uso degli appalti pubblici verdi; si compiace, a tale riguardo, del fatto che la Commissione si sia impegnata a proporre ulteriori atti legislativi e orientamenti sugli appalti pubblici verdi; invita le istituzioni dell'UE a dare l'esempio per quanto riguarda gli appalti; sottolinea inoltre la necessità di esaminare e rivedere le norme UE in materia di appalti pubblici onde garantire condizioni di effettiva parità per le imprese dell'Unione, in particolare per quelle che producono prodotti o servizi sostenibili, ad esempio nel settore dei trasporti pubblici;

38. sottolinea l'importanza di consumatori consapevoli e bene informati; chiede misure volte a garantire che i consumatori ricevano informazioni trasparenti, comparabili e armonizzate sui prodotti, compresa l'etichettatura dei prodotti, sulla base di dati solidi e di ricerche condotte sui consumatori, al fine di aiutarli a compiere scelte più sane e sostenibili e assicurare che siano informati in merito alla durabilità e alla possibilità di riparare i prodotti e alla loro impronta ambientale; sottolinea la necessità di dotare i consumatori di mezzi di ricorso efficaci, facilmente comprensibili e applicabili, che tengano conto degli aspetti legati alla sostenibilità e che diano priorità al riutilizzo o alla riparazione rispetto allo scarto dei prodotti che non funzionano correttamente;

39. ritiene che i materiali rinnovabili da fonti sostenibili svolgeranno un ruolo importante nella transizione verso un'economia a impatto climatico zero e sottolinea la necessità di stimolare gli investimenti nello sviluppo di una bioeconomia sostenibile in cui i materiali a forte intensità di risorse fossili siano sostituiti da materiali rinnovabili e materiali a base biologica, ad esempio negli edifici, nei tessili, nei prodotti chimici, negli imballaggi, nella costruzione navale e, laddove è possibile garantire la sostenibilità, nella produzione di energia; sottolinea che ciò dovrà avvenire in modo sostenibile e rispettoso dei limiti ecologici; sottolinea le potenzialità della bioeconomia in termini di creazione di nuovi posti di lavoro verdi, anche nelle zone rurali della nostra Unione, e di stimolo dell'innovazione; chiede un sostegno a favore della ricerca e dell'innovazione in relazione a soluzioni sostenibili per la bioeconomia, che tengano conto della necessità di proteggere la biodiversità e gli ecosistemi unici; invita ad attuare in modo efficiente la strategia per la bioeconomia dell'UE, nel quadro del Green Deal europeo;

Accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente

40. accoglie con favore la futura strategia per una mobilità sostenibile e intelligente e concorda con la Commissione sul fatto che tutte le diverse modalità di trasporto (trasporto stradale, ferroviario, aereo e per vie navigabili) dovranno contribuire pienamente alla decarbonizzazione del settore dei trasporti, in linea con l'obiettivo di conseguire un'economia climaticamente neutra, riconoscendo nel contempo che si tratta sia di una sfida sia di un'opportunità; sostiene l'applicazione del principio "chi inquina paga"; chiede una strategia globale a lungo termine per una transizione giusta, che tenga anche conto del contributo del settore dei trasporti all'economia dell'UE e della necessità di garantire un livello elevato di connettività di trasporti accessibili e a costi contenuti, nonché degli aspetti sociali e della protezione dei diritti dei lavoratori;

41. accoglie con favore la proposta della Commissione di promuovere il trasporto multimodale al fine di aumentare l'efficienza e ridurre le emissioni; ritiene, tuttavia, che il modo migliore per conseguire la multimodalità sia solamente tramite proposte legislative concrete; accoglie con favore l'intenzione della Commissione di proporre misure volte ad aumentare l'interconnettività tra il trasporto stradale, ferroviario e per via navigabile, realizzando un vero cambiamento modale; chiede che gli investimenti a favore della connettività delle reti ferroviarie dell'UE siano rafforzati e sostenuti, al fine di consentire pari accesso in tutta l'UE al trasporto ferroviario pubblico e rendere più attraente il trasporto passeggeri mediante ferrovia; insiste sul fatto che lo spazio ferroviario europeo unico è un presupposto inderogabile per il trasferimento modale e invita la Commissione a presentare una strategia entro la fine del 2020, cui facciano seguito proposte legislative concrete per porre fine alla frammentazione del mercato interno;

42. sottolinea che il trasporto per vie navigabili a emissioni zero è fondamentale per lo sviluppo di un trasporto multimodale sostenibile; esorta la Commissione a sviluppare un quadro normativo europeo coordinato per le vie navigabili interne; chiede alla Commissione di sostenere attivamente l'intermodalità che includa le vie navigabili interne, in particolare il collegamento transfrontaliero dei sistemi di vie navigabili nazionali, che deve essere migliorato;

43. ribadisce che il cielo unico europeo (CUE) è in grado di ridurre le emissioni del trasporto aereo senza costi ingenti, ma non porterà di per sé riduzioni significative delle emissioni del trasporto aereo in linea con l'obiettivo a lungo termine dell'UE; chiede una chiara tabella di marcia normativa per la decarbonizzazione del settore del trasporto aereo, basata su soluzioni tecnologiche, infrastrutture, requisiti per i combustibili alternativi ed efficienza delle operazioni, in combinazione con incentivi per un trasferimento modale;

44. plaude alla proposta della Commissione di riesaminare la direttiva sulle infrastrutture per i combustibili alternativi e il regolamento sulla rete transeuropea di trasporto (RTE-T), al fine di accelerare la diffusione di veicoli e navi a basse e a zero emissioni; si compiace dell'attenzione rivolta all'aumento delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici; chiede tuttavia un piano più vasto di mobilità urbana al fine di ridurre il traffico e migliorare la vivibilità nelle città, per esempio mediante il sostegno ai trasporti pubblici a emissioni zero e alle infrastrutture ciclistiche e pedonali, in particolare nelle aree urbane;

45. ritiene sia cruciale garantire investimenti sufficienti al fine di sviluppare infrastrutture adeguate per una mobilità a zero emissioni e che tutti i pertinenti fondi UE (meccanismo per collegare l'Europa, InvestEU ecc.) nonché i prestiti per i trasporti della Banca europea per gli investimenti debbano essere adeguarsi a tale obiettivo; invita gli Stati membri a impegnarsi a garantire idonei finanziamenti e accelerare l'introduzione di strategie innovative, delle infrastrutture di ricarica e di combustibili alternativi; ritiene che le entrate provenienti da imposte o tasse sui trasporti debbano essere destinate a sostenere la transizione per rendere tali costi più socialmente accettabili; accoglie con favore la proposta della Commissione di sviluppare sistemi intelligenti per la gestione del traffico e soluzioni per la "mobilità come servizio", in particolare nelle aree urbane; invita la Commissione a sostenere lo sviluppo di applicazioni innovative, nuove tecnologie, nuovi modelli di business e nuovi e innovativi sistemi di mobilità in tutta Europa; esorta la Commissione a coinvolgere le città con la loro esperienza pratica e le loro competenze nella discussione sull'attuazione delle future politiche in materia di mobilità a livello dell'UE;

46. accoglie con favore l'intenzione della Commissione di includere il settore marittimo nell'ETS; sottolinea che l'UE dovrebbe conservare un elevato livello di ambizione in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel settore marittimo a livello sia internazionale sia dell'UE, mentre le nuove misure dell'UE non dovrebbero compromettere la competitività internazionale delle navi battenti bandiere dell'UE; ritiene che le misure dell'UE e internazionali dovrebbero andare di pari passo al fine di evitare la creazione di doppi regolamenti per l'industria e che qualsiasi azione, o inazione, a livello globale non dovrebbe ostacolare la possibilità dell'UE di intraprendere azioni più ambiziose all'interno dell'Unione; sottolinea inoltre la necessità di misure volte ad abbandonare l'uso dell'olio combustibile pesante e di investimenti urgenti nella ricerca sulle nuove tecnologie per decarbonizzare i settori del trasporto marittimo e nello sviluppo di navi verdi e a zero emissioni;

47. sostiene le misure proposte per ridurre le emissioni nel settore dell'aviazione e il rafforzamento del sistema ETS in linea con l'ambizione dell'UE in ambito climatico, come pure l'eliminazione graduale dell'assegnazione di quote a titolo gratuito alle compagnie aeree per voli all'interno dell'UE; invita nel contempo la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi il più possibile per rafforzare il regime di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo internazionale (CORSIA) ed a sostenere l'adozione da parte dell'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale (ICAO) di un obiettivo a lungo termine per la riduzione delle emissioni settoriali del trasporto aereo, salvaguardando nel contempo l'autonomia legislativa dell'UE nell’attuazione della direttiva ETS; sottolinea che, in qualità di colegislatori, il Parlamento europeo e il Consiglio sono le uniche istituzioni a decidere in merito a eventuali modifiche future della direttiva ETS; sottolinea che qualsiasi modifica della direttiva ETS dovrebbe essere apportata solo se coerente con l'impegno di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di tutta l'economia dell'UE;

48. sottolinea l'importanza di garantire condizioni di parità tra le diverse modalità di trasporto; invita pertanto la Commissione a presentare proposte per misure coordinate per rimuovere le esenzioni fiscali per quanto riguarda i combustibili nel settore del trasporto aereo e marittimo negli Stati membri, nel contesto della revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia, evitando al contempo conseguenze negative indesiderate dal punto di vista ambientale, economico o sociale;

49. attende con interesse le prossime proposte della Commissione relative a norme più rigorose in materia di emissioni di inquinanti atmosferici per i veicoli con motore a combustione interna (Euro 7) e per la revisione delle norme in materia di emissioni di CO2 per i veicoli commerciali leggeri e i furgoni, nonché per gli autocarri, garantendo un percorso verso una mobilità a zero emissioni dal 2025 in poi; invita la Commissione a sviluppare metodologie di valutazione del ciclo di vita; ricorda il risultato dell'analisi approfondita inclusa nella comunicazione della Commissione dal titolo "Un pianeta pulito per tutti: Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra", secondo la quale tutte le nuove automobili immesse sul mercato dell'UE dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2040 negli scenari che prevedono il raggiungimento di una neutralità climatica nel 2050 e chiede un quadro politico coerente e piani di transizione per sostenere tale sviluppo; osserva che sarà necessaria una revisione delle norme attuali per consentire ai paesi precursori di applicare misure più rigorose a livello nazionale, se gli Stati membri decideranno in tal senso;

50. accoglie con favore i piani della Commissione per affrontare il problema dell'inquinamento atmosferico causato dal trasporto marittimo e dall'aviazione, anche per regolamentare l'accesso delle navi più inquinanti verso i porti dell'UE e l'azione normativa volta ad affrontare l'inquinamento prodotto dalle navi ormeggiate nei porti; sottolinea l'importanza di promuovere lo sviluppo di porti a emissioni zero che utilizzano energie rinnovabili; sottolinea che la diffusione di nuove zone di controllo delle emissioni, quali previste dalla Convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento causato da navi (MARPOL), e la riduzione della velocità per il trasporto marittimo sono soluzioni pertinenti per ridurre le emissioni che possono essere facilmente attuate;

51. prende atto dell'intenzione della Commissione di valutare la possibilità di estendere lo scambio di quote di emissione dell'Unione alle emissioni provenienti dal trasporto su strada; respinge un'inclusione diretta nello schema ETS dell'UE;

"Dal produttore al consumatore": concepire un sistema alimentare equo, sano ed ecocompatibile

52. accoglie con favore la proposta della Commissione di presentare una strategia "dal produttore al consumatore" nel 2020, al fine di realizzare una politica alimentare più sostenibile, che riunisca gli sforzi per affrontare i cambiamenti climatici, proteggere l'ambiente e preservare e ripristinare la biodiversità con l'ambizione di garantire che i cittadini europei ricevano alimenti accessibili, di alta qualità e sostenibili, garantendo al contempo un tenore di vita dignitoso per gli agricoltori e i pescatori e la competitività del settore agricolo; ritiene che la politica agricola comune (PAC) dovrebbe essere pienamente in linea con gli obiettivi più ambiziosi dell'UE in materia di clima e biodiversità; si compiace dell'impegno assunto dalla Commissione di garantire che i prodotti alimentari europei diventino un riferimento globale per la sostenibilità; invita la Commissione a utilizzare la strategia "dal produttore al consumatore" per costruire una visione realmente a lungo termine per un sistema alimentare europeo sostenibile e competitivo, promuovendo al contempo la reciprocità delle norme di produzione dell'UE negli accordi commerciali;

53. evidenzia il fatto che un'agricoltura sostenibile e gli agricoltori svolgeranno un ruolo importante nell'affrontare le sfide del Green Deal europeo; sottolinea l'importanza dell'agricoltura europea e il suo potenziale di contribuire all'azione per il clima, all'economia circolare e al rafforzamento della biodiversità e di promuovere l'utilizzo sostenibile delle materia prime rinnovabili; sottolinea che gli agricoltori devono ricevere gli strumenti necessari per contrastare i cambiamenti climatici e adattarsi agli stessi, per esempio investendo nel passaggio a sistemi agricoli più sostenibili; sottolinea che la strategia "dal produttore al consumatore" dovrebbe ambire a obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni agricole di gas a effetto serra e del degrado del suolo;

54. sottolinea che occorre rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare; evidenzia che si dovrebbe affrontare l'impatto del diritto della concorrenza dell'UE sulla sostenibilità della filiera alimentare, per esempio contrastando le pratiche sleali e premiando i produttori che forniscono alimenti e beni pubblici di elevata qualità quali norme rigorose in materia ambientale e di benessere degli animali, benefici che attualmente non sono rispecchiati in maniera sufficiente nei prezzi al di fuori delle aziende agricole;

55. caldeggia una PAC sostenibile che sostenga attivamente gli agricoltori e li incoraggi, mediante le sue misure, a realizzare maggiori benefici ambientali e climatici e gestire meglio la volatilità e le crisi; chiede alla Commissione di analizzare il contributo dell'attuale proposta di riforma della PAC agli impegni dell'UE in materia di ambiente, clima e protezione della biodiversità, al fine di allinearla agli obiettivi stabiliti nel Green Deal europeo, tenendo conto della necessità di mantenere condizioni di parità in Europa e consentire una produzione agricola forte, resiliente e sostenibile; sottolinea che i piani strategici della PAC devono rispecchiare appieno le ambizioni del Green Deal europeo e invita la Commissione ad essere ferma su questo punto nella sua valutazione dei piani strategici, e in particolare a verificare il grado di ambizione ed efficacia dei regimi ecologici degli Stati membri nonché a monitorare da vicino i risultati della loro applicazione; sottolinea l'importanza, nel quadro del nuovo modello di attuazione, di un approccio mirato e basato sui risultati, con una maggiore semplificazione e trasparenza in merito ai risultati concreti e agli obiettivi di valore aggiunto; ritiene necessario aiutare gli agricoltori a realizzare la transizione verso un'agricoltura più sostenibile e, a tal fine, è favorevole a dotare la PAC di un bilancio che consenta di conseguire tutti i suoi obiettivi, realizzando anche le ambizioni ambientali dell'UE;

56. ribadisce che la riduzione della dipendenza dai pesticidi è uno degli obiettivi prioritari per un'agricoltura sostenibile; accoglie con favore, a tale riguardo, l'impegno della Commissione di affrontare la pressione esercitata dai pesticidi sull'ambiente e sulla salute e di ridurre significativamente l'uso di pesticidi chimici e il rischio che rappresentano, nonché l'uso di fertilizzanti e antibiotici, anche mediante misure a livello legislativo; sottolinea che la strategia "Dal produttore al consumatore" dovrebbe includere obiettivi vincolanti di riduzione dei pesticidi pericolosi; chiede una strategia dell'UE per facilitare l'accesso al mercato di alternative sostenibili e scientificamente corroborate; invita la Commissione a dare seguito alle richieste avanzate nella risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2019  sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi nell'Unione[4];

57. osserva con preoccupazione che l'agricoltura, la pesca e la produzione alimentare continuano a essere i principali fattori che contribuiscono alla perdita di biodiversità terrestre e marina; è dell'opinione che la perdita di impollinatori, in particolare le api, sia motivo di particolare preoccupazione dal punto di vista della sicurezza alimentare, in quanto le colture che dipendono dagli impollinatori svolgono un ruolo importante nella nostra alimentazione; chiede alla Commissione e agli Stati membri di garantire con urgenza la piena adozione degli orientamenti sulle api del 2013, a cura dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ed esorta gli Stati membri ad allineare di conseguenza le loro valutazioni dei pesticidi;

58. sottolinea che tecniche agricole e metodi di produzione intelligenti sono necessari per garantire alimenti nutrienti sufficienti per una popolazione in crescita e ridurre la perdita di cibo e gli sprechi alimentari; sollecita la Commissione e gli Stati membri a potenziare le azioni volte a ridurre gli sprechi alimentari e combattere le frodi alimentari; chiede un obiettivo di riduzione degli sprechi alimentari del 50 % entro il 2013, applicabile in tutta l'UE e basato su una metodologia comune; pone l'accento sugli effetti positivi che le filiere alimentari corte possono avere nel ridurre gli sprechi alimentari;

59. sottolinea che la legislazione sui materiali a contatto con gli alimenti e sui livelli massimi di residui di pesticidi andrebbe rivista e dovrebbe basarsi sulle più recenti conclusioni scientifiche; esorta la Commissione a vietare gli additivi alimentari nocivi per la salute umana; ricorda il ruolo cruciale che gli alimenti sani svolgono nella riduzione delle malattie cardiovascolari e dei tumori; sottolinea l'importanza di istituire un quadro giuridico, ivi compresi meccanismi di applicazione, che garantisca la conformità dei prodotti alimentari importati alle norme ambientali europee;

60. osserva che i cittadini dell'UE ritengono che "fornire alimenti sicuri, sani e di buona qualità" per tutti i consumatori dovrebbe essere la priorità assoluta della PAC e della politica comune della pesca (PCP); ritiene che le modalità digitali per fornire informazioni possano integrare ma non sostituire le informazioni sull'etichetta; accoglie pertanto con favore l'intenzione della Commissione di esplorare nuove modalità per fornire migliori informazioni ai consumatori; invita la Commissione a prendere in considerazione una migliore etichettatura dei prodotti alimentari, ad esempio in termini di etichettatura nutrizionale, indicazione del paese d'origine sull'etichetta per determinati prodotti alimentari ed etichettatura relativa all'ambiente e al benessere animale, con l'obiettivo di evitare la frammentazione del mercato unico e fornire informazioni obiettive, trasparenti e di facile consultazione per i consumatori;

61. sottolinea l'agricoltura può aiutare l'UE a ridurre le proprie emissioni attraverso pratiche sostenibili, quali l'agricoltura di precisione, l'agricoltura biologica, l'agroecologia, l'agrosilvicoltura, l'aumento del benessere degli animali e la prevenzione delle malattie umane e delle malattie degli animali, compresa la gestione sostenibile delle foreste, la cattura del carbonio e il miglioramento della gestione dei nutrienti per contribuire a conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo; sottolinea l'importanza di incentivare gli agricoltori ad adottare metodi che porteranno a un aumento dei benefici in termini di clima, ambiente e biodiversità in modo equo, tempestivo ed economicamente sostenibile; plaude al fatto che la strategia "Dal produttore al consumatore" si occuperà anche dei vantaggi delle nuove tecnologie, compresi la digitalizzazione, e migliorerà l'efficienza, l'utilizzo delle risorse e la sostenibilità ambientale, apportando nel contempo benefici economici al settore; ribadisce il suo invito ad attuare un vasto piano strategico europeo per la produzione e l'approvvigionamento di proteine vegetali, basato sullo sviluppo sostenibile di tutte le colture presenti in tutta l'Unione;

62. invita la Commissione a integrare i prodotti agricoli e alieutici nella strategia "Dal produttore al consumatore" al fine di potenziare la catena del valore sostenibile nel settore ittico (dalla pesca al consumo); riconosce il potenziale del settore della pesca nel contribuire agli obiettivi del Green Deal europeo; sottolinea con forza la necessità che il settore sia in linea con gli obiettivi ambientali, climatici e di sostenibilità dell'UE e con la scienza; evidenzia l'importanza di garantire un adeguato sostegno per i pescatori europei, sia uomini che donne, nella loro transizione verso attività di pesca sostenibili; invita la Commissione a presentare una proposta volta a migliorare la tracciabilità di tutti i prodotti ittici, anche mediante l'etichettatura d'origine dei prodotti ittici in conserva e il rifiuto dei prodotti che danneggiano o impoveriscono l'ambiente marino;

63. ritiene importante inasprire le norme vigenti in materia di benessere degli animali e, se del caso, elaborarne di nuove sulla base di nuovi risultati scientifici e avviare procedure di infrazione contro la non conformità sistematica negli Stati membri per quanto riguarda l'attuazione e l'applicazione della legislazione in vigore in materia di benessere degli animali; invita la Commissione a presentare senza indebiti ritardi una nuova strategia sul benessere degli animali, che apra la strada a una legge quadro in materia e a garantire che la sensibilità degli animali sia presa in considerazione in tutte le politiche pertinenti;

Preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità

64. deplora vivamente che l'Europa e il mondo continuino a subire perdite di biodiversità a un ritmo allarmante e che non riescano a conseguire gli attuali obiettivi, compresi gli obiettivi di Aichi per arrestare la perdita di biodiversità; sottolinea la necessità di preservare e ripristinare la biodiversità, e si compiace dell'impegno della Commissione a presentare una strategia per la biodiversità entro il marzo 2020, in vista della 15a Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica; sottolinea che l'UE dovrebbe premere per un accordo globale ambizioso e vincolante sul quadro post-2020 in materia di biodiversità, con obiettivi chiari e traguardi vincolanti per le zone protette in tutta l'UE e nel mondo; ritiene fondamentale arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030, sia all'interno dell'UE che a livello globale, anche con azioni specifiche per i territori europei d'oltremare;

65. sottolinea che la strategia per la biodiversità del 2030 deve includere misure giuridiche ambiziose e applicabili così come obiettivi vincolanti per potenziare la protezione e il ripristino degli ecosistemi vulnerabili, nonché misure globali per affrontare le cause della perdita di biodiversità; sottolinea l'importanza di aumentare l'efficacia e le dimensioni delle reti di zone protette ai fini dell'adattamento ai cambiamenti climatici e della mitigazione dei loro effetti, nonché per consentire alla biodiversità di riprendersi; invita la Commissione a includere nella strategia sulla biodiversità un obiettivo di eliminazione progressiva delle sostanze chimiche pericolose e a creare un nesso tra tale strategia e la strategia per un ambiente non tossico; prende atto dei piani della Commissione volti a individuare misure per migliorare e ripristinare gli ecosistemi danneggiati e a proporre un piano di ripristino della natura; ritiene che le aree ricche di biodiversità delle infrastrutture verdi urbane forniscano un contributo nell'affrontare l'inquinamento atmosferico e acustico, l'impatto dei cambiamenti climatici, le canicole, le alluvioni e i problemi di salute pubblica; si compiace che la Commissione presenterà proposte volte a inverdire le città europee e accrescere la biodiversità negli spazi urbani;

66. evidenzia che la coerenza delle politiche a livello sia dell'UE che nazionale è fondamentale per una politica di successo volta a proteggere la natura e la biodiversità; reputa importante, ai fini dell'attuazione, lo scambio di prassi di eccellenza e di esperienze tra Stati membri; esorta la Commissione ad avviare procedure d'infrazione nei confronti degli Stati membri che non rispettano la legislazione in materia di protezione della natura; invita la Commissione a consolidare la direttiva sulla responsabilità ambientale in linea con le raccomandazioni formulate dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 26 ottobre 2017;

67. ritiene che le cause della perdita di biodiversità si inseriscano in un contesto mondiale e non siano limitate ai confini nazionali; sostiene pertanto la proposta della Commissione di definire, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità in programma a ottobre del 2020, un obiettivo globale vincolante per proteggere e ripristinare la biodiversità; invita la Commissione e gli Stati membri a unire gli sforzi per raggiungere un accordo su un obiettivo globale ambizioso in materia di zone protette per le zone marine e terrestri;

68. ricorda che le foreste sono indispensabili per il nostro pianeta e la biodiversità; accoglie con favore l'intenzione della Commissione di contrastare la deforestazione mondiale e le chiede di intensificare le sue azioni in tal senso; invita la Commissione a presentare senza indugio una proposta relativa a un quadro giuridico europeo basato sul dovere di diligenza onde garantire catene di approvvigionamento sostenibili e a deforestazione zero per i prodotti immessi sul mercato dell'UE, avendo particolare cura di affrontare le principali cause della deforestazione importata e incoraggiare piuttosto le importazioni che non creano una deforestazione in paesi terzi;

69. esorta la Commissione a presentare una nuova e ambiziosa strategia dell'UE per le foreste al fine di dare il dovuto riconoscimento all'importante ruolo multifunzionale e trasversale che le foreste europee, il settore e la gestione sostenibile delle foreste svolgono nella lotta contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, prendendo in considerazione anche gli aspetti sociali, economici e ambientali; ribadisce la necessità di agire per combattere il disboscamento illegale in Europa; evidenzia che gli sforzi di imboschimento, rimboschimento e ripristino dovrebbero mirare a rafforzare la biodiversità e lo stoccaggio di carbonio;

70. sottolinea che il traffico e il commercio illegali di specie selvatiche sono due delle principali cause della perdita di biodiversità; rammenta che il piano di azione 2016 contro il traffico illegale di specie selvatiche termina nel 2020; esorta la Commissione a rinnovare e rafforzare le disposizioni di tale piano, a integrarle pienamente nella strategia per la biodiversità del 2030 e a garantire finanziamenti adeguati; invita la Commissione a fare della cooperazione con i paesi partner un elemento essenziale della lotta contro il declino della biodiversità e i reati contro le specie selvatiche;

71. riconosce il ruolo dell'economia blu nella lotta ai cambiamenti climatici; sottolinea che è necessario che l'economia blu, ivi compresi le energie rinnovabili, il turismo e l'industria, sia davvero sostenibile, in quanto l'uso delle risorse marine dipende direttamente o indirettamente dalla qualità e dalla resilienza degli oceani sul lungo periodo; ritiene che gli oceani dovrebbero figurare tra le priorità del programma del Green Deal europeo; esorta la Commissione a dotare il Green Deal di una dimensione "blu" e a includere pienamente l'aspetto degli oceani quale elemento essenziale del Green Deal, riconoscendo appieno i servizi ecosistemici prestati dagli oceani mediante l'elaborazione di un piano di azione per gli oceani e l'acquacoltura, che comprenda azioni concrete per instaurare una visione strategica integrata verso le questioni della politica marittima, quali i trasporti, l'innovazione e le conoscenze, la biodiversità, l'economia blu, le emissioni, i rifiuti e la governance;

72. ritiene che la PCP dovrebbe mirare a porre fine alla pesca eccessiva e a ricostituire la biomassa degli stock ittici oltre il rendimento massimo sostenibile, a sviluppare sistemi di acquacoltura sostenibili per l'acqua dolce e l'acqua marina e a istituire un sistema di gestione, fondato sugli ecosistemi, efficace e integrato che tenga conto di tutti i fattori che influiscono sugli stock ittici e sull'ecosistema marino, compresi i cambiamenti climatici e l'inquinamento; invita la Commissione a presentare una proposta relativa alla revisione della PCP in tal senso;

73. sottolinea la necessità di profondere sforzi di conservazione degli oceani e delle zone costiere, in termini sia di adattamento ai cambiamenti climatici che di mitigazione dei loro effetti, nell'ottica di proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini e costieri e chiede una proposta volta a fissare l'obiettivo vincolante di estendere la rete delle aree marine protette di almeno il 30% a livello di UE nella strategia sulla diversità per il 2030, al fine di aumentare la protezione degli oceani; sottolinea la necessità di potenziare le risorse finanziarie e le capacità per migliorare le conoscenze marine relative alla biodiversità, al clima e all'inquinamento, al fine di comprendere meglio gli effetti delle attività sugli ecosistemi marini e sullo stato degli stock ittici e di istituire piani di azione adeguati di adattamento e mitigazione;

74. sottolinea quanto sia importante promuovere il ruolo dell'UE quale leader mondiale della governance degli oceani, anche nella dimensione commerciale, sostenendo l'adozione di un meccanismo internazionale nel quadro della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare per proteggere la biodiversità e gli ecosistemi marini al di là degli ambiti di giurisdizione nazionale e della politica di tolleranza zero verso la pesca illegale, compresa una strategia comune con i paesi vicini volta a prevenire e ridurre l'inquinamento; sottolinea la necessità di rafforzare il contributo dell'UE al decennio ONU delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile ai fini di un maggiore impegno a favore delle scienze oceaniche e del conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

Obiettivo "inquinamento zero" per un ambiente privo di sostanze tossiche

75. plaude ai progetti della Commissione di presentare un piano d'azione per l'inquinamento zero di aria, acqua e suolo, che dovrebbe affrontare anche la questione dell'inquinamento dal suolo all'acqua, comprendere un monitoraggio rafforzato e concentrare le proprie azioni sulla prevenzione dell'inquinamento; si rammarica che la presentazione della strategia per un ambiente non tossico sia stata ritardata e invita la Commissione a proporre quanto prima nel 2020 una strategia per un ambiente non tossico che sia ambiziosa e intersettoriale, al fine di garantire un'adeguata protezione di tutti gli europei dalle sostanze nocive, compresi i consumatori, i lavoratori e le popolazioni vulnerabili;

76. ritiene che la strategia per un ambiente non tossico dovrebbe colmare tutte le lacune normative nella legislazione dell'UE in materia di sostanze chimiche e contribuire efficacemente alla rapida sostituzione delle sostanze estremamente preoccupanti e di altre sostanze chimiche pericolose, tra cui gli interferenti endocrini, le sostanze chimiche molto persistenti, le sostanze neurotossiche e quelle immunotossiche, nonché contrastare gli effetti combinati delle sostanze chimiche, le nanoforme delle sostanze e l'esposizione alle sostanze chimiche pericolose contenute nei prodotti; ribadisce che un eventuale divieto di tali prodotti chimici dovrebbe tenere conto di tutti gli aspetti della sostenibilità; sottolinea la necessità di un chiaro impegno a garantire il finanziamento per migliorare la ricerca in alternative più sicure e a promuovere la sostituzione delle sostanze chimiche nocive, la produzione pulita e l'innovazione sostenibile; insiste sulla necessità di ridurre la sperimentazione sugli animali nelle valutazioni dei rischi e chiede maggiori sforzi e maggiori fondi a tal fine;

77. caldeggia una proposta legislativa ambiziosa entro il giugno 2020 per contrastare gli interferenti endocrini, in particolare nei settori della cosmesi, dei giocattoli e degli imballaggi alimentari, nonché un piano d'azione che fornisca un quadro globale con obiettivi e termini per ridurre al minimo l'esposizione dei cittadini alle sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino; sottolinea che il nuovo quadro globale in materia di interferenti endocrini deve garantire che si tenga conto degli effetti derivanti dalle miscele e delle esposizioni combinate;

78. invita la Commissione ad adottare un'azione legislativa chiara che affronti il problema dei prodotti farmaceutici nell'ambiente, come risultato sia del processo di fabbricazione che del loro uso e smaltimento; osserva con preoccupazione il ruolo che svolgono i farmaci nel contribuire al fenomeno della resistenza agli antibiotici una volta che vengono immessi nell'ambiente attraverso lo scarico di concime animale;

79. sottolinea che il Piano d'azione per l'inquinamento zero di aria, acqua e suolo deve costituire una strategia globale e trasversale per proteggere la salute dei cittadini dal degrado ambientale e dall'inquinamento; invita la Commissione a innalzare il livello di protezione della qualità dell'aria, in linea con i più recenti dati scientifici e gli orientamenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS); chiede un monitoraggio migliore dell'inquinamento atmosferico negli Stati membri, grazie all'attuazione di metodi di misurazione solidi e armonizzati, e un facile accesso alle informazioni per i cittadini europei; chiede un'azione globale contro tutti gli inquinanti pertinenti, con l'obiettivo di ripristinare le funzioni naturali delle acque sotterranee e superficiali; sottolinea che la revisione della direttiva relativa alle emissioni industriali dovrebbe porre l'accento sulla prevenzione dell'inquinamento, la coerenza con le politiche sull'economia circolare e la decarbonizzazione; chiede inoltre una revisione della direttiva Seveso;

Finanziare il Green Deal europeo e garantire una transizione giusta

80. accoglie con favore il riconoscimento delle notevoli esigenze in termini di finanziamenti per conseguire gli obiettivi fissati nel Green Deal europeo; si compiace che sia stato riconosciuto nella comunicazione che la sostenibilità dovrebbe essere maggiormente integrata in tutti i settori; ritiene che la Commissione dovrebbe presentare un piano di finanziamento globale, basato su una serie coerente di proposte e mirante a stimolare gli investimenti pubblici e privati a tutti i livelli; ritiene che tale piano sia necessario per soddisfare il considerevole fabbisogno di finanziamenti e di investimenti supplementari necessari per realizzare gli obiettivi del Green Deal europeo, il cui conseguimento richiede molto più che l'importo prudenziale di 260 miliardi di euro dichiarato dalla Commissione, la quale non considera, ad esempio, il fabbisogno di investimenti per l'adattamento al clima e per altre sfide ambientali quali la biodiversità, o gli investimenti pubblici necessari per affrontare i costi sociali; sottolinea che i costi della profonda decarbonizzazione sono di gran lunga inferiori ai costi legati agli effetti dei cambiamenti climatici;

81. sostiene i programmi per un piano di investimento sostenibile al fine di contribuire a colmare le carenze di investimenti, concorrere a finanziare la transizione verso un'economia neutra in termini di emissioni di carbonio e garantire una transizione giusta in tutte le regioni dell'UE; sottolinea che il piano dovrebbe tenere conto delle esperienze acquisite con i precedenti programmi (il "piano Juncker") e incentrarsi in particolare sugli investimenti che sono veramente aggiuntivi e presentano un valore aggiunto europeo; chiede azioni coordinate per affrontare la carenza di investimenti in tutta l'UE, anche attraverso il bilancio dell'UE o finanziamenti della BEI e di altri istituti finanziari e programmi dell'UE, ad esempio attraverso InvestEU;

82. plaude alla nuova politica di prestiti nel settore dell'energia e alla nuova strategia per l'azione per il clima e la sostenibilità ambientale, adottate dalla BEI il 14 novembre 2019, in quanto si tratta di un contributo positivo alla realizzazione del Green Deal europeo; plaude al fatto che la BEI si trasformerà nella nuova banca dell'UE per il clima, il che significa che il 50% delle sue operazioni dovranno essere dedicate all'azione per il clima e alla sostenibilità ambientale entro il 2025, che il suo sostegno ai progetti relativi ai combustibili fossili dovrà cessare entro il 2021 e che tutte le sue attività di finanziamento dovranno essere allineate ai principi e agli obiettivi dell'accordo di Parigi entro il 2020; incoraggia la BEI a svolgere un ruolo attivo per sostenere i progetti che contribuiscono a una transizione giusta, come la ricerca, l'innovazione e la digitalizzazione, l'accesso delle PMI ai finanziamenti, gli investimenti sociali e le competenze; accoglie con favore le recenti dichiarazioni del nuovo Presidente della Banca centrale europea (BCE) secondo cui l'istituzione, nel quadro dei suoi ruoli di politica monetaria e di vigilanza bancaria, dovrebbe contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici; esorta la Commissione a cooperare con la BCE in tal senso per garantire l'attuazione delle azioni coerenti promesse nella comunicazione relativa al Green Deal, senza pregiudicare il mandato della BCE previsto dai trattati;

83. sottolinea che l'attuale squilibrio del mercato tra la bassa offerta e l'alta domanda di prodotti finanziari sostenibili deve essere affrontato; ribadisce il ruolo della finanza sostenibile e ritiene essenziale che le grandi istituzioni finanziarie internazionali adottino e sviluppino rapidamente la finanza sostenibile al fine di garantire la piena trasparenza in relazione al grado di sostenibilità del sistema finanziario dell'UE e di conseguire una decarbonizzazione efficace dell'economia globale; insiste sulla necessità di sfruttare il successo della strategia per la finanza sostenibile, sottolinea la necessità di attuare rapidamente il piano d'azione dell'UE sulla finanza sostenibile, compresi un marchio ecologico per i prodotti finanziari, la norma per le obbligazioni verdi e l'integrazione di fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel quadro prudenziale per le banche, e si compiace dell'istituzione di una piattaforma internazionale sulla finanza sostenibile;

84. sottolinea la necessità di sostenere una transizione giusta e accoglie con favore gli impegni della Commissione a tale riguardo; ritiene che un meccanismo per una transizione giusta ben concepito, comprensivo di un fondo per una transizione giusta, costituisca un importante strumento che faciliterebbe la transizione e il conseguimento di ambiziosi obiettivi climatici, affrontando nel contempo l'impatto sociale; sottolinea che il solido finanziamento di questo strumento, comprese risorse di bilancio aggiuntive, sarà un elemento chiave per attuare con successo il Green Deal europeo; ritiene che la transizione giusta non si limiti soltanto a un fondo, ma sia un approccio politico complessivo sostenuto da investimenti che deve garantire che nessuno sia lasciato indietro, e sottolinea il ruolo delle politiche sociali degli Stati membri in tale contesto; ritiene che il meccanismo non debba essere semplicemente un trasferimento netto a favore dei governi nazionali o delle imprese, né debba essere utilizzato per pagare le passività delle imprese, ma che debba aiutare concretamente i lavoratori di tutti i settori e le comunità dell'UE più colpite dalla decarbonizzazione, quali le regioni carbonifere e ad alta intensità di carbonio, a compiere la transizione verso l'economia pulita del futuro, senza avere al contempo un effetto deterrente per progetti e iniziative proattivi; ritiene che il fondo debba, tra l'altro, promuovere il miglioramento delle competenze e la riqualificazione per preparare e adattare i lavoratori alle nuove prospettive, ai nuovi requisiti e alle nuove competenze del mondo del lavoro, nonché sostenere la creazione di posti di lavoro sostenibili e di alta qualità; sottolinea con forza che i finanziamenti per una transizione giusta devono essere subordinati ai progressi compiuti su piani concreti e vincolanti di decarbonizzazione in linea con l'accordo di Parigi, in particolare per quanto riguarda l'eliminazione progressiva del carbone e la trasformazione delle regioni economiche ad alta intensità di carbonio; ritiene importante garantire un quadro di monitoraggio adeguato per controllare l'utilizzo dei fondi negli Stati membri; sottolinea, tuttavia, che i fondi non possono garantire da soli la transizione e che è necessaria una strategia globale dell'UE basata su un dialogo autentico e su un partenariato con le persone e le comunità interessate, compresi i sindacati;

85. sottolinea il ruolo strumentale del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 per la realizzazione del Green Deal europeo e l'urgente necessità di un ulteriore salto di qualità riguardo agli sforzi politici e finanziari, compresi nuovi stanziamenti di bilancio, per raggiungere i suoi obiettivi, nonché di una transizione giusta verso un'economia neutra in termini di emissioni di carbonio basata sui più alti criteri in materia di giustizia sociale, in modo che nessuno e nessun luogo siano lasciati indietro; si aspetta che le risorse di bilancio per il prossimo periodo di programmazione finanziaria siano commisurate a tale ambizione, sottolineando nel contempo che un QFP ridotto rappresenterebbe ovviamente un passo indietro;

86. chiede che sia istituito un meccanismo che garantisca il buon coordinamento, la coerenza e la concordanza tra tutte le politiche dell'UE, gli strumenti di finanziamento e gli investimenti disponibili, compresa la BEI, al fine di evitare le duplicazioni e di potenziare le sinergie, le complementarità e l'addizionalità del loro finanziamento nonché di mobilitare investimenti pubblici e privati sostenibili, ottimizzando e integrando più efficacemente il sostegno finanziario per il Green Deal europeo; sottolinea, a tale riguardo, il suo sostegno al principio dell'integrazione degli obiettivi nel QFP, al fine di conseguire la coerenza delle politiche; ritiene che la lotta contro la frode fiscale, l'evasione fiscale, la pianificazione fiscale aggressiva e il riciclaggio di denaro rivesta un ruolo importante nella realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo e nella creazione di una società equa e di un'economia forte;

87. chiede l'istituzione di un obiettivo di spesa ambizioso e vincolante per la biodiversità e di obiettivi ambiziosi di integrazione delle questioni climatiche, che superino i livelli delle quote di spesa mirate che figurano nella relazione intermedia del Parlamento sul QFP, compresa una metodologia rigorosa e globale per la definizione e il monitoraggio delle spese relative al clima e alla biodiversità; chiede alla Commissione di garantire che nessun finanziamento pubblico dell'UE, a titolo di qualsiasi politica dell'UE, sia contrario all'obiettivo dell'accordo di Parigi e agli altri obiettivi ambientali, impegni e obblighi internazionali dell'Unione;

88. è favorevole all'introduzione di un paniere di nuove risorse proprie verdi mirate che corrispondano agli obiettivi del Green Deal europeo e che promuovano e facilitino una transizione verde e socialmente equa, compresi la lotta contro i cambiamenti climatici e la tutela dell'ambiente; considera le proposte della Commissione un punto di partenza a tale riguardo;

89. ritiene che la prevista revisione degli orientamenti sugli aiuti di Stato dovrebbe rispecchiare gli obiettivi politici del Green Deal europeo e mirare a rafforzare e semplificare la capacità di investimento in soluzioni sostenibili, assicurando una rapida eliminazione delle sovvenzioni dirette e indirette per il carbone e i combustibili fossili nell'UE e fornendo orientamenti pienamente coerenti con la riduzione dei gas a effetto serra e con gli obiettivi ambientali per le autorità nazionali, regionali e locali, il cui ruolo sarà determinante per un'attuazione efficace e innovativa del Green Deal europeo; ritiene che la revisione dovrebbe consentire il sostegno nazionale alle modifiche strutturali dovute all'eliminazione del carbone alle stesse condizioni applicate nel caso del Fondo per una transizione giusta; sottolinea che tale revisione non dovrebbe indebolire il solido insieme di regole di concorrenza dell'UE;

90. sottolinea che una parte sostanziale dei finanziamenti richiesti dal Green Deal dovrà provenire dai bilanci degli Stati membri; accoglie favorevolmente l'intenzione della Commissione di lavorare con gli Stati membri in vista di un'impostazione ecologica dei bilanci nazionali; esprime il timore che, in assenza di una politica di bilancio sostenibile e di una situazione finanziaria credibile negli Stati membri, qualsiasi futuro modello di finanziamento del Green Deal possa essere compromesso; chiede, pertanto, l'introduzione di un quadro favorevole per gli investimenti pubblici sostenibili al fine di conseguire gli obiettivi stabiliti nel Green Deal europeo, ma sottolinea che qualunque sia il modello di finanziamento scelto, esso non deve compromettere la sostenibilità delle finanze pubbliche nell'UE; sottolinea, tuttavia, che gli investimenti sostenibili nell'ambito del Green Deal europeo dovrebbero essere realmente aggiuntivi e non avere un effetto di spiazzamento dei finanziamenti di mercato; sottolinea, a tale riguardo, le possibilità degli investimenti privati e pubblici di trarre vantaggio dal contesto di bassi tassi di interesse;

91. chiede che il programma di riforme del Green Deal europeo si rifletta in un semestre europeo più verde; sottolinea che le attuali modalità di funzionamento del semestre europeo non dovrebbero essere indebolite; ritiene che gli SDG dell'ONU debbano essere integrati per rendere il processo un motore di cambiamento verso un benessere sostenibile per tutti in Europa; è pertanto favorevole a integrare ulteriori indicatori e obiettivi sociali e ambientali nel semestre europeo, imponendo agli Stati membri di presentare piani nazionali per conseguire tali obiettivi; invita inoltre la Commissione a fornire valutazioni della coerenza dei bilanci degli Stati membri con gli obiettivi climatici aggiornati dell'UE;

Stimolare la ricerca e l'innovazione

92. sottolinea che un settore leader della ricerca e dell'innovazione a livello mondiale è fondamentale per il futuro dell'Europa ed essenziale per il conseguimento dei suoi obiettivi ambientali e climatici, assicurando una strategia basata sulla scienza per conseguire un'Europa neutra in termini di emissioni di carbonio al più tardi entro il 2050 e la transizione pulita della società, oltre a garantire al contempo la competitività economica e la prosperità; plaude al fatto che la Commissione abbia sottolineato la necessità di operare in modo orizzontale tra settori e discipline; sottolinea la necessità di un'integrazione sistematica degli aspetti climatici e della resilienza ai cambiamenti climatici in tutti i programmi dell'agenda dell'UE per la ricerca e l'innovazione; rileva il ruolo delle nuove tecnologie nell'apportare benefici supplementari nella transizione a un'economia sostenibile; esorta la Commissione e gli Stati membri a promuovere la ricerca sulle tecnologie di adattamento;

93. sottolinea l'importanza del programma Orizzonte Europa 2021-2027 orientato alle missioni, che offre l'opportunità di coinvolgere un ampio ventaglio di attori, compresi i cittadini europei, nell'affrontare la pressante sfida mondiale dei cambiamenti climatici e di passare a pratiche più collaborative nel settore della ricerca e dell'innovazione per ottenere i risultati previsti dal Green Deal europeo; sottolinea la necessità di mantenere per Orizzonte Europa una dotazione ambiziosa di 120 miliardi di EUR a prezzi correnti, al fine di raccogliere le considerevoli sfide dell'innovazione per la transizione verso la neutralità climatica, tenendo conto del fatto che almeno il 35 % del bilancio di Orizzonte Europa dovrebbe contribuire agli obiettivi climatici; sottolinea la necessità che altri fondi dell'UE destinino percentuali più elevate del loro bilancio alla ricerca e all'innovazione nel settore delle tecnologie pulite; chiede alla Commissione di massimizzare le opportunità derivanti dal contesto più ampio dell'innovazione, dato che molte nuove tecnologie abilitanti fondamentali saranno essenziali per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;

94. sottolinea che l'UE deve mantenere e sviluppare ulteriormente i suoi programmi spaziali civili Copernicus e Galileo, così come l'Agenzia dell'Unione europea per il programma spaziale, che apporta un contributo prezioso al monitoraggio ambientale e alla raccolta di dati; evidenzia che i servizi del programma Copernicus relativi ai cambiamenti climatici dovrebbero diventare pienamente operativi il prima possibile e fornire così il flusso continuo di dati necessario per azioni efficaci di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento agli stessi;

95. sottolinea l'importanza di rafforzare il trasferimento tecnologico e la condivisione della conoscenza nei settori della mitigazione dei cambiamenti climatici, dell'adattamento, della protezione e del ripristino della biodiversità, dell'efficienza delle risorse e della circolarità, delle tecnologie a basse emissioni di carbonio e a zero emissioni, compresa la raccolta di dati a sostegno della realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo; insiste sull'importanza di sostenere l'immissione sul mercato, che è un fattore chiave per trasformare il cospicuo capitale di conoscenze dell'UE in innovazioni; ritiene che il Green Deal europeo rappresenti anche un'opportunità per stabilire collegamenti tra i diversi settori in gioco, cosa che dovrebbe produrre benefici simbiotici; ritiene, a tale proposito, che la bioeconomia offra l'opportunità di creare tali benefici simbiotici tra diversi settori integrando l'economia circolare;

96. ribadisce che le politiche dell'UE dovrebbero sostenere l'eccellenza scientifica e la scienza partecipativa, rafforzare la collaborazione tra il mondo accademico e l'industria e promuovere l'innovazione e una definizione delle politiche basata su dati fattuali, promuovendo nel contempo la cooperazione internazionale nel settore, anche mediante la facilitazione degli scambi di buone pratiche al fine di potenziare le competenze connesse alla transizione ecologica nelle nuove professioni ad essa associate, per i lavoratori, gli insegnanti e i giovani; plaude all'intenzione della Commissione di aggiornare la nuova agenda per le competenze e la garanzia per i giovani al fine di potenziare l'occupabilità nell'economia verde e incoraggia gli Stati membri a investire nei sistemi di istruzione e di formazione, comprese le attività connesse alla formazione professionale; ritiene che la promozione della "mobilità verde" all'interno del programma Erasmus+ 2021-2027 sia una questione di coerenza con gli obiettivi della comunicazione;

"Non nuocere" – Integrare la sostenibilità in tutte le politiche dell'UE

97. accoglie con favore il concetto del principio del "non nuocere" e l'impegno della Commissione a garantire che tutte le azioni dell'UE contribuiscano a creare un futuro sostenibile e a realizzare una transizione giusta, compreso l'uso di strumenti di bilancio verdi, e ad aggiornare di conseguenza gli orientamenti per legiferare meglio; insiste su un approccio coerente per quanto concerne l'attuazione dell'accordo di Parigi, della Convenzione sulla diversità biologica e dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sia nelle politiche interne che in quelle esterne; esorta la Commissione ad assistere gli Stati membri nell'attuare pienamente e correttamente la legislazione climatica e ambientale attuale e futura negli Stati membri e a garantire che i casi di non conformità non restino senza conseguenze;

98. sottolinea il ruolo essenziale del principio di precauzione nel guidare le azioni dell'UE in tutti gli ambiti politici, insieme al principio del "non nuocere", nel massimo rispetto del principio della coerenza delle politiche; ritiene che il principio di precauzione dovrebbe essere alla base di tutte le azioni intraprese nel contesto del Green Deal europeo, al fine di contribuire alla salvaguardia della salute e dell'ambiente; insiste affinché l'UE applichi il principio "chi inquina paga" al momento di presentare proposte di misure eque e coordinate per affrontare le sfide climatiche e ambientali;

99. sottolinea la necessità di basare tutte le future proposte legislative, in particolare quelle nel quadro del Green Deal europeo, su valutazioni d'impatto globali, che individuino gli effetti socioeconomici, ambientali e sanitari delle diverse opzioni, tra cui l'insieme degli impatti climatici ambientali, il costo dell'assenza di azione, nonché gli effetti sulla competitività internazionale delle imprese dell'Unione, comprese le PMI, e la necessità di evitare la rilocalizzazione delle emissioni di CO2, gli effetti su diversi Stati membri, regioni e settori, gli effetti sull'occupazione e gli effetti sulla certezza a lungo termine degli investimenti; sottolinea la necessità di dimostrare al pubblico i vantaggi di ciascuna proposta, assicurando al contempo la coerenza delle politiche con gli obiettivi di riduzione dei gas a effetto serra e con l'obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C e garantendo che tali proposte non contribuiscano alla perdita di biodiversità; accoglie con favore il fatto che le relazioni che accompagnano tutte le proposte legislative e gli atti delegati includeranno una sezione specifica intesa a spiegare in che modo ciascuna iniziativa contribuisce al principio del "non nuocere"; chiede di estendere detto approccio agli atti di esecuzione e alle misure rientranti nella procedura di regolamentazione con controllo (PRC);

100. ribadisce che è essenziale garantire ai cittadini dell'UE il reale accesso alla giustizia e ai documenti sancito dalla convenzione di Aarhus; invita pertanto la Commissione ad assicurare che l'UE rispetti la convenzione e si compiace del fatto che la Commissione prenda in considerazione la revisione del regolamento Aarhus;

101. chiede alla Commissione di realizzare lo scenario 1 del documento di riflessione intitolato "Verso un'Europa sostenibile entro il 2030", come chiesto dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 14 marzo 2019 dal titolo "Relazione strategica annuale sull'attuazione e la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile"[5], scenario che richiede, tra l'altro, che il principio "sustainability first" (privilegiare la sostenibilità) sia integrato nell'agenda "Legiferare meglio" dell'UE e dei suoi Stati membri;

102. sottolinea che l'8o programma d'azione ambientale deve riflettere l'ambizione presentata nel Green Deal europeo, essere pienamente allineato all'attuazione degli SDG e portarla avanti;

103. sottolinea la grande impronta climatica e ambientale dei consumi dell'UE nei paesi terzi; invita la Commissione a sviluppare un obiettivo di riduzione dell'impronta globale dei consumi e della produzione dell'UE nel rispetto dei limiti del pianeta Terra; accoglie con favore, a tale riguardo, l'intenzione della Commissione di promuovere catene di approvvigionamento sostenibili al fine di aumentare i benefici dell'economia circolare a livello nazionale e globale;

L'UE come leader mondiale

104. sottolinea che l'UE, il mercato unico più grande al mondo, può fissare norme che si applicano lungo tutte le catene del valore globali e ritiene che l'UE dovrebbe rafforzare la sua opera di sensibilizzazione sulla base della "diplomazia del Green Deal" nonché della "diplomazia climatica"; ritiene che l'UE dovrebbe stimolare il dibattito in altri paesi per aumentare le loro ambizioni in materia di clima e dovrebbe potenziare la propria ambizione fissando nuove norme sulla crescita sostenibile e sfruttare la sua importanza economica per determinare norme internazionali che siano almeno in linea con le sue ambizioni ambientali e climatiche; sottolinea che l'UE ha un ruolo da svolgere nel garantire una transizione equa e ordinata in tutto il mondo, in particolare nelle regioni fortemente dipendenti dalla produzione di combustibili fossili;

105. accoglie con favore i movimenti globali per il clima, come il movimento "Venerdì per il futuro", che pongono la crisi climatica al centro del dibattito pubblico e della coscienza pubblica;

106. considera il Green Deal europeo un'opportunità per dare nuovo slancio al dibattito pubblico europeo; sottolinea l'importanza di coinvolgere i cittadini, i parlamenti nazionali e regionali, la società civile e i portatori di interesse, quali le ONG, i sindacati e le imprese, nell'elaborazione e nell'attuazione del Green Deal europeo;

107. sottolinea che il commercio può essere uno strumento importante per promuovere lo sviluppo sostenibile e contribuire a lottare contro i cambiamenti climatici; è del parere che il Green Deal europeo dovrebbe garantire che tutti gli accordi commerciali e di investimento internazionali includano capitoli rigorosi, vincolanti e applicabili sullo sviluppo sostenibile, compresi il clima e l'ambiente, che rispettino pienamente gli impegni internazionali, in particolare l'accordo di Parigi, e siano conformi alle norme dell'OMC; si compiace dell'intenzione della Commissione di rendere l'accordo di Parigi un elemento essenziale di tutti i futuri accordi commerciali e di investimento e di garantire che tutti i materiali, le sostanze chimiche, gli alimenti e gli altri prodotti immessi sul mercato europeo siano pienamente conformi ai regolamenti e alle norme dell'UE pertinenti;

108. ritiene che l'incapacità di raggiungere un consenso su un livello maggiore di ambizione climatica a livello globale, in occasione della COP25 di Madrid, e il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi mettano in evidenza la necessità crescente di una leadership europea sulla scena mondiale e reputa che a tal fine l'UE debba potenziare la sua diplomazia climatica e ambientale e rafforzare gli impegni bilaterali con i paesi partner, in particolare in vista della COP26 di Glasgow e della COP15 di Kunming, in Cina; ritiene che la COP26 rappresenterà un momento cruciale, che significherà per indebolire o rafforzare l'integrità dell'accordo di Parigi;

109. accoglie con favore l'importanza attribuita alla diplomazia climatica e insiste sul fatto che, al fine di ottenere risultati, l'UE deve parlare con una sola voce, garantendo la coerenza tra tutte le sue politiche e nell'intero ciclo politico, conformemente al principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, e deve affrontare la diplomazia climatica e ambientale dell'UE in modo olistico creando collegamenti tra cambiamenti climatici, protezione della biodiversità, sviluppo sostenibile, agricoltura, risoluzione dei conflitti e sicurezza, migrazione, diritti umani e questioni umanitarie e di genere; sottolinea che tutte le attività esterne dell'UE dovrebbero essere sottoposte a uno "screening verde";

110. ricorda che i cambiamenti climatici compromettono i progressi nello sviluppo e nella riduzione della povertà e potrebbero costringere milioni di persone a vivere in condizioni di povertà estrema entro il 2030; insiste pertanto sul fatto che il Green Deal europeo e l'attuazione dell'Agenda 2030 dovrebbero essere strettamente interrelati;

111. ribadisce la necessità di affrontare le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici sullo sviluppo economico di lungo termine dei paesi in via di sviluppo, in particolare dei paesi meno sviluppati (PMS) e dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS); ritiene che gli Stati che emettono grandi quantità di CO2, come gli Stati membri dell'UE, abbiano il dovere morale di aiutare i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici; ritiene che la cooperazione dell'UE con i paesi in via di sviluppo dovrebbe integrare le strategie climatiche come parte essenziale, all'interno di un approccio concepito su misura e basato sulle esigenze, e garantire il coinvolgimento dei soggetti interessati locali e regionali, compresi i governi, il settore privato e la società civile, nonché essere in linea con i piani nazionali e le strategie climatiche dei paesi partner;

112. sottolinea che l'UE dovrebbe fornire un'assistenza tecnica e finanziaria aggiuntiva ai paesi in via di sviluppo per sostenerli nella transizione verde; invita in particolare l'UE ad aumentare i suoi finanziamenti per il clima a favore dei paesi in via di sviluppo, in particolare dei PMS, dei SIDS e dei paesi fragili, e a dare la priorità agli investimenti a favore dello sviluppo della resilienza, dell'innovazione, dell'adattamento e delle tecnologie a basse emissioni di carbonio e delle infrastrutture rispettose del clima e resilienti, per rispondere all'intensificarsi dei disastri naturali; ritiene che siano necessari maggiori sforzi in termini di condivisione delle conoscenze, di sviluppo delle capacità e di trasferimento di tecnologie ai paesi in via di sviluppo;

113. sottolinea che la strategia globale per l'Africa e il futuro accordo di partenariato ACP-UE rappresentano opportunità uniche per concretizzare gli aspetti esterni del Green Deal europeo, rivedere il partenariato dell'UE con i paesi in via di sviluppo in termini di clima e ambiente e allineare le politiche dell'UE ai suoi più recenti impegni internazionali;

114. sostiene l'ambizione della Commissione di porre fine alle esportazioni di rifiuti dell'UE e di potenziare l'economia circolare a livello mondiale; chiede l'introduzione di un divieto mondiale sulla plastica monouso;

115. invita la Commissione a prendere l'iniziativa per un accordo internazionale volto a contrastare la diffusione della resistenza antimicrobica e l'insorgenza crescente delle malattie infettive; invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare in modo adeguato il rischio di carenze di medicinali;

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116. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

 

Ultimo aggiornamento: 14 gennaio 2020
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